Poche alternative alla contenzione fisica, infermieri si affidano a strategie semplici
Ricerca multicentrica mette in luce la scarsa varietà di approcci prima del ricorso alla restrizione fisica.
La pratica della contenzione fisica continua a destare dibattito nel panorama sanitario, con la ricerca focalizzata principalmente sulla sua prevenzione piuttosto che sull'identificazione di alternative efficaci. Un recente studio multicentrico condotto nel Friuli-Venezia Giulia ha esplorato le pratiche adottate dagli infermieri prima di ricorrere alla contenzione, rivelando risultati sorprendenti.
La contenzione fisica nelle strutture sanitarie rimane un tema controverso, con importanti implicazioni etiche, legali e morali che coinvolgono gli infermieri e i pazienti stessi. Le restrizioni imposte a un individuo, sebbene talvolta necessarie per garantire la sicurezza, possono compromettere la qualità delle cure, la dignità e l'autonomia del paziente a breve e lungo termine.
Le linee guida attualmente disponibili si concentrano principalmente sulla prevenzione dell'escalation comportamentale, offrendo indicazioni per promuovere un ambiente di cura libero da contenzioni. Tuttavia, queste linee guida spesso forniscono poche alternative concrete all'uso della contenzione, limitandosi a suggerire strategie preventive come l'assistenza personalizzata, tecniche di de-escalation e una comunicazione empatica con pazienti e familiari.
Gli studi primari si focalizzano maggiormente sul miglioramento dell'assistenza a persone con disturbi comportamentali o disagio psichico, proponendo interventi mirati a potenziare le competenze relazionali dei professionisti sanitari, creare un ambiente terapeutico confortevole e coinvolgere attivamente pazienti e familiari nel processo di cura.
Tuttavia, nonostante gli sforzi per prevenire la contenzione, la letteratura attuale non fornisce alternative chiare nel caso in cui le strategie preventive non siano efficaci nel gestire il comportamento del paziente. Pertanto, è fondamentale esplorare le alternative praticate dagli infermieri prima di ricorrere alla contenzione, al fine di arricchire la conoscenza e promuovere un'assistenza più empatica e basata sulle evidenze.
La ricerca, condotta in 37 strutture tra Case di Riposo, Residenze Sanitarie Assistenziali e reparti ospedalieri di medicina e chirurgia, ha coinvolto un totale di 2.283 utenti. Dei quali il 28,9% (659 persone) è stato sottoposto a contenzione, con una percentuale più elevata riscontrata nelle Case di Riposo (31,3%) rispetto alle RSA (26,8%) e agli ospedali (15,6%).
Tuttavia, ciò che ha suscitato maggiore interesse è stata la scoperta che solo il 12,3% dei pazienti contenuti aveva ricevuto un'alternativa alla contenzione prima del suo impiego. Queste alternative, adottate dagli infermieri, includono il coinvolgimento dei familiari, l'abbassamento del letto o l'utilizzo di cuscini, con una frequenza di circa una ogni otto casi di contenzione.
La discussione emersa da questo studio mette in evidenza una carenza di varietà di approcci nel processo decisionale degli infermieri, con una tendenza a preferire strategie semplici e facilmente attuabili, spesso legate al contesto e alle risorse disponibili.
Questi risultati sollevano importanti interrogativi sull'efficacia delle attuali pratiche assistenziali e sottolineano l'importanza di promuovere una maggiore consapevolezza e formazione degli operatori sanitari nell'adozione di alternative alla contenzione fisica, al fine di garantire un'assistenza più rispettosa della dignità e dell'autonomia dei pazienti.
Da: Dentice S, Chiappinotto S, Moreale R, Pitacco G, Bicego L, Palese A. Quali alternative alle contenzioni fisiche sono applicate nella pratica quotidiana? Risultati di uno studio multi-metodo multicentrico. Assist Inferm Ric2023;42(4):208-215. doi 10.1702/4178.41685