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Alopecia areata: nuove speranze per adulti ed adolescenti

Gemma Maria Riboldidi
Gemma Maria Riboldi
Pubblicato il: 26/06/2024 vai ai commenti

AttualitàStudi e analisi

L’alopecia areata è una malattia autoimmune rara in cui il sistema immunitario attacca i follicoli piliferi, causando la perdita dei capelli in modo imprevedibile. Colpisce circa il 2% della popolazione, a qualsiasi età. La perdita può essere limitata al cuoio capelluto, in forma parziale con chiazze rotondeggianti, totale (alopecia totalis), o può interessare tutte le aree pilifere del corpo (alopecia universalis). La patologia ha un impatto drammatico sulla vita dei pazienti, con gravi ripercussioni sulla salute mentale e sulla qualità della vita, inclusa la perdita di produttività lavorativa o scolastica e i costi diretti dell’assistenza sanitaria.

Recenti studi italiani condotti in "real life" su baricitinib, farmaco appartenente alla famiglia dei JAK-inibitori e primo farmaco orale approvato in Europa nel dicembre 2022 per adulti con alopecia areata grave, hanno mostrato percentuali di ricrescita dei capelli superiori a quelle degli studi registrativi dando nove speranze agli adulti e adoloscenti affetti da questa patologia rara.

Gli studi registrativi BRAVE AA1 e BRAVE AA2 ne hanno dimostrato l’efficacia e la sicurezza al dosaggio di 4 mg al giorno: dopo 36 settimane, il 36% dei pazienti ha mostrato una ricrescita dell’80% dei capelli, con ottimi risultati anche per ciglia e sopracciglia. Il 90% dei pazienti che avevano risposto manteneva il risultato a 2 anni.La terapia ha dimostrato di favorire la ricrescita non solo dei capelli, ma anche di ciglia, sopracciglia, peli ascellari e pubici.

Questi aggiornamenti sono stati presentati al 98° Congresso della SIDeMaST, Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse, presieduto dai Professori Giuseppe Micali (Catania) e Luca Stingeni (Perugia).

Il Professore Giuseppe Micali presidente del 98esimo Congresso della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST) dichiara che la novità sta nel fatto che i dati degli studi registrativi sono stati confermati dalla real life italiana. Uno studio su 50 soggetti provenienti da quattro Unità di Dermatologia di Milano (Policlinico, San Raffaele, San Donato Milanese, Humanitas) ha dimostrato che il baricitinib induce una ricrescita superiore a quella degli studi registrativi e che i tempi di risposta variano da paziente a paziente: 4-12 settimane per gli early responders, 12-36 settimane per i gradual responders e 36-52 settimane per i late responders". Inoltre i risultati di uno studio retrospettivo in real life, coordinato dalla Prof.ssa Bianca Maria Piraccini, hanno mostrato una percentuale di ricrescita del 42,3% dopo 24 settimane con un buon profilo di sicurezza, con solo 13 soggetti su 118 che hanno riportato eventi avversi di lieve entità.

I risultati di uno studio della Clinica Dermatologica di Catania evidenziano l’efficacia del baricitinib nel favorire la ricrescita di capelli, sopracciglia, ciglia, peli pubici e ascellari con tassi rispettivamente di circa il 93%, 80%, 73% e 47%".

Per gli adolescenti, è in arrivo una nuova terapia promettente, infatti, l’Agenzia Europea per i Medicinali ha espresso parere positivo sull’autorizzazione di ritlecitinib, il primo inibitore selettivo della Janus chinasi 3 (JAK3) per il trattamento di adulti e adolescenti con alopecia areata severa dai 12 anni in su. Disponibile in capsule da 50 mg da assumere una volta al giorno, ci si aspetta la sua rimborsabilità in Italia tra la fine del 2024 e marzo 2025.

L’approvazione di ritlecitinib si basa sul programma clinico ALLEGRO, che ne ha valutato l’efficacia e la sicurezza su pazienti dai 12 anni in su con alopecia areata e perdita di capelli pari o superiore al 50% del cuoio capelluto. "I risultati – conclude l’esperto – hanno mostrato che alla settimana 24, il 14% dei pazienti trattati con ritlecitinib ha raggiunto una copertura di almeno il 90% del cuoio capelluto, rispetto all'1,5% del placebo. Il tasso di risposta è salito al 31% entro la settimana 48. La terapia è risultata ben tollerata con effetti collaterali prevalentemente lievi o moderati, come rinofaringite, cefalea e infezioni".