Iscriviti alla newsletter

Antonio De Pace, femminicida, radiato dall’Ordine degli infermieri

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 22/07/2024 vai ai commenti

AttualitàCronache sanitarie

Antonio de Pace, reo di aver ucciso la fidanzata, non è più un infermiere.

L’Ordine delle professioni infermieristiche di Vibo Valentia ha provveduto infatti alla sua radiazione dall’albo degli infermieri fin dal 2022, quando cioè, come prescrive la legge ordinistica, si è consolidata la condanna e, comunque, era già stato sospeso dalla professione all’epoca del delitto.

La storia

Antonio De Pace,  infermiere calabrese, reo confesso del femminicidio della fidanzata Lorena Quaranta, studentessa di medicina originaria di Favara (Ag) strangolata al culmine di una lite in una villetta a Furci Siculo il 31 marzo del 2020.

“Ho usato un coltello. Ho usato un piede. L’ho colpita alla testa con una lampada. L’ho colpita con un coltello all’addome e poi è morta. Con una lampada l’ho colpita alla faccia. La lampada era sul comodino. Le mani le ho messe al collo. L’ho affogata. Non ho altro da dire...”, sono le dichiarazioni De Pace, al momento dell’arresto, quando i carabinieri, allertati dallo stesso De Pace arrivano nella palazzina che si era consumata la tragedia. Un anno fa la Corte D’assise lo condannava all’ergastolo, ieri annullato dalla Cassazione. Secondo la Corte il crimine è avvenuto nelle prime settimane della pandemia di Covid-19, un periodo segnato da uno stato di emergenza e severe restrizioni che avrebbero avuto un impatto significativo sullo stato d'animo dell'imputato. Per questa ragione De Pace ora dovrà dunque essere sottoposto a un nuovo processo.

“Abbiamo provveduto alla sua radiazione dall’Ordine degli infermieri fin dal 2022, quando cioè, come prescrive la legge ordinistica, si è consolidata la condanna e, comunque, era già stato sospeso dalla professione all’epoca del delitto – dichiarano i. rappresentanti dell’OPI di Vibo Valentia -  è stato necessario sottolineare che la professione di infermiere non può e non deve essere in alcun modo associata a situazioni che con essa non hanno niente in comune. Anzi, ne sono l’esatto opposto: l’infermiere assiste e difende le persone, se ne prende cura, mantiene secondo il suo Codice deontologico il decoro personale anche al di fuori della sua professione, non reca mai danno a chicchessia”

Continuano - È sotto gli occhi di tutti l’opera degli infermieri che quotidianamente assistono e difendono la salute delle persone anche mettendo a rischio la propria e spesso purtroppo anche la stessa vita, come è stato evidente nella recente pandemia, in pieno sviluppo proprio nell’anno del femminicidio. Questo Ordine vuole rassicurare i cittadini e gli assistiti che mai un individuo capace di simili azioni può e potrà essere considerato un infermiere.