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Il caso Imane Khelif, donna o uomo? Chi sono gli intersex

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 02/08/2024 vai ai commenti

AttualitàCronache sanitarie

Negli ultimi giorni, il dibattito attorno ai Giochi Olimpici si è spostato dalle abituali discussioni su medaglie e sconfitte a un caso molto più controverso: quello della pugile algerina Imane Khelif. La vicenda è esplosa ieri, quando Khelif ha vinto l’incontro di pugilato contro l’italiana Angela Carini. Quest'ultima, dopo aver subito un pugno talmente violento da aprire il caschetto, ha dichiarato in lacrime la resa.

La controversia centrale riguarda il sesso alla nascita di Imane Khelif. Diverse ipotesi, spesso fantasiose e strumentali, hanno invaso il dibattito pubblico, alimentate da speculazioni e pregiudizi. La questione è stata utilizzata strumentalmente da vari schieramenti politici, sfruttando l'occasione per portare avanti agende personali, senza considerazione per le due atlete coinvolte.

Le polemiche hanno travolto entrambe le campionesse, che si sono trovate al centro di un uragano mediatico. Imane Khelif è stata bersagliata da insinuazioni sulla sua identità di genere, mentre Angela Carini ha dovuto affrontare critiche ingiuste sulla sua resa, il tutto amplificato da un'opinione pubblica spesso priva di rispetto.

In un momento in cui lo sport dovrebbe unire, questa vicenda ha invece diviso, sollevando interrogativi più ampi sulla correttezza, sull'uguaglianza e sul rispetto degli atleti, indipendentemente dal loro sesso.

 

Il caso Imane Khelif

Imane Khelif nata a Tiaret, Algeria, il 2 maggio 1999, dopo aver visto le Olimpiadi di Rio del 2016, intraprende la carriera nonostante il parere opposto della famiglia. Khelif inizia ad allenarsi in una palestra a 10 chilometri da casa, e per pagarsi l'autobus e le lezioni arriva a vendere metallo raccolto nei rifiuti. Anni di sacrifici, poi arriva il debutto ai Mondiali 2018 dove si classifica 17esima. La crescita è graduale ma inarrestabile e nel 2021 Imane Khelif partecipa alla sua prima Olimpiade. Ai Giochi di Tokyo 2021 la pugile prende parte alla categoria 60kg ma non centra il podio. L'anno seguente Khelif viene premiata come migliore atleta algerina.

Ai mondiali del marzo 2023 di Nuova Delhi, Imane Khleif viene squalificata dalla competizione, organizzata dalla International Boxing Association. Secondo l'Iba, ente sportivo non riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale, i test condotti sulla pugile avrebbero evidenziato "un livello eccessivo di testosterone e la presenza di cromosomi maschili nel Dna.

Da quel momento, Imane Khelif finisce sotto i riflettori per la sua identità di genere. Erroneamente la pugile algerina è stata spesso definita trans ma, sulla base delle informazioni disponibili, Khelif è una persona intersex.

Nonostante l'esclusione dai mondiali 2023, il Cio non ha riscontrato incompatibilità sulla partecipazione della pugile ai Giochi di Parigi. Senza scendere nei dettagli, il Comitato si è limitato a ribadire che "tutte le atlete iscritte alle competizioni rispettano i requisiti".

 

 

Chi sono gli intersex

L'intersex è un termine ombrello che include tutte le variazioni congenite (cioè presenti dalla nascita) delle caratteristiche sessuali che non rientrano nelle nozioni tipiche di ciò che è considerato un corpo maschile o femminile. Queste variazioni possono riguardare i cromosomi sessuali, gli ormoni sessuali, i genitali esterni o le parti interne del sistema riproduttivo. È importante notare che il dibattito terminologico riguardante l'intersex è ancora acceso, con il coinvolgimento diretto di utenti, medici, ricercatori e attivisti. Inizialmente, le persone intersex venivano anche chiamate "ermafroditi", un termine che oggi è considerato fuorviante, stigmatizzante e scientificamente scorretto.

In ambito medico, durante la Conferenza Internazionale di Consenso sulla Gestione delle Condizioni Intersex del 2005, fu coniato il termine "Disordini dello Sviluppo Sessuale" (DSD) per riferirsi a "condizioni congenite in cui lo sviluppo sessuale cromosomico, gonadico o anatomico è atipico". Questa espressione è stata fortemente criticata dai movimenti intersex e da parte della comunità scientifica perché implica che la condizione intersex sia patologica e/o disturbante e da "normalizzare" attraverso procedure mediche. Così, l'espressione "Disordini dello Sviluppo Sessuale" è stata sostituita da "Differenze dello Sviluppo Sessuale" (DSD) e più recentemente da "Variazioni delle Caratteristiche Sessuali" (VSC). Quest'ultima espressione, "Variazioni delle Caratteristiche Sessuali", è sempre più utilizzata nelle scienze sociali, nei movimenti intersex e nelle organizzazioni internazionali, come il Consiglio d'Europa, nei siti istituzionali (ad esempio, Regno Unito, Islanda e Nuova Zelanda), ma è scarsamente presente nella letteratura biomedica, dove prevalgono i termini disordini o differenze dello sviluppo sessuale.

Le VSC/DSD possono essere determinate da fattori genetici che possono portare, in alcuni casi, all'esposizione a livelli non abituali di ormoni sessuali o a una risposta atipica agli ormoni sessuali da parte del corpo prima della nascita (prenatale) o immediatamente dopo la nascita (perinatale).

Sebbene si parli di VSC/DSD per indicare una condizione con cui si nasce, ciò può non essere necessariamente riconoscibile subito. In alcuni casi, le caratteristiche intersex sono visibili alla nascita, ad esempio la presenza di genitali che non sono riconosciuti come tipicamente maschili o femminili (genitali atipici), mentre in altri casi diventano evidenti solo con l'inizio della pubertà. Esistono anche condizioni che non sono visibili esternamente e spesso rimangono non riconosciute durante la vita della persona.

In generale, le VSC/DSD non compromettono la salute e la sopravvivenza di una persona. Solo alcune VSC/DSD possono essere associate a problemi medici potenzialmente pericolosi per la vita (ad esempio, iperplasia surrenale congenita con perdita di sali).

La frequenza delle VSC/DSD nella popolazione generale può variare tra le diverse VSC/DSD e anche tra diversi paesi e gruppi etnici. Ad oggi, non esiste una stima esatta della popolazione intersex. La letteratura scientifica internazionale indica percentuali generalmente comprese tra lo 0,018% e l'1,7%. In particolare, alcune VSC/DSD possono essere più rare (ad esempio, l'insensibilità completa agli androgeni si verifica in circa 1 su 100.000 nascite con cariotipo 46,XY, e l'iperplasia surrenale congenita nella forma classica si verifica in circa 1 su 15.000 nascite con cariotipo 46,XX) rispetto ad altre (ad esempio, la sindrome di Klinefelter si verifica in circa 1 caso su 500-1.000 nati con cariotipo 46,XY). (fonte ISS)