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La U di A.I.U.T.O. Il tuo paziente non è un numero di letto: l’importanza del nome e cognome

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 23/08/2024 vai ai commenti

FormazioneProfessione e lavoro

Il nome è parte integrante della nostra vita sin dalla nascita. Tutti quanti ci identificano grazie al nostro nome, e lo pronunciano quando vogliono richiamare la nostra attenzione. Ma quanto fa piacere ad una persona essere chiamata per nome? Utilizzare un soprannome o un titolo avrebbe lo stesso effetto? Senza dubbio usare il vero nome per rivolgerci al nostro interlocutore ha una potenza maggiore. Gli fa capire che lo consideriamo importante, una persona della quale vale la pena ricordare il nome. Ci fa apparire come persone più simpatiche e gradevoli, ed è più probabile che anch’egli si ricorderà del nostro nome. È innegabile che un soprannome, soprattutto se ci viene affibbiato senza il nostro consenso, risulta fastidioso. Pronunciare il nome del nostro interlocutore durante una conversazione può essere utile anche per richiamare la sua attenzione su un concetto importante o se sembra distratto, per dimostrare quanto lo rispettiamo, oppure per manifestare una nostra emozione nei suoi confronti, come rabbia o sorpresa, in base al tono col quale lo pronunciamo. "Using a person’s name in conversation", Jodi Schulz, 12 gennaio 2017, Michigan State University Extension.

Veniamo quindi alla U dell’acronimo A.I.U.T.O, La U per unicità ed umanità.

Quando ci rivolgiamo a un paziente, è essenziale ricordare che stiamo interagendo con un individuo unico, che merita tutta la nostra attenzione. La nostra priorità deve essere sempre la sua persona, non solo la sua condizione clinica. Pertanto, nella comunicazione con il paziente, è fondamentale adottare un atteggiamento che dimostri un ascolto attivo e totale presenza. Evitiamo di distrarci con dispositivi come il cellulare o il computer, e poniamoci con empatia e rispetto, chiamando il paziente sempre per nome. Dobbiamo vedere il paziente non come un numero o un caso, ma come una persona con una storia e delle emozioni.

Chiamare il paziente con nome e cognome è un aspetto fondamentale nella relazione empatica tra operatore sanitario e paziente. Questo gesto, apparentemente semplice, ha un impatto profondo sulla qualità dell'interazione e sulla percezione che il paziente ha del proprio trattamento.

Importanza del Nome e Cognome nella Relazione Empatica

  1. Personalizzazione della Cura: utilizzare il nome e il cognome del paziente contribuisce a personalizzare la cura, facendo sentire il paziente riconosciuto e valorizzato come individuo unico. Questo contrasta con un approccio impersonale che può far sentire il paziente come un semplice numero o caso clinico, riducendo la qualità percepita dell'assistenza.
  2. Creazione di un Ambiente di Fiducia: chiamare il paziente per nome aiuta a creare un ambiente di fiducia, essenziale per una relazione terapeutica efficace. La fiducia è alla base di ogni relazione infermiere-paziente di successo e un elemento chiave per l'aderenza alle terapie e alla collaborazione attiva del paziente nel proprio percorso di cura.
  3. Riduzione dello Stress e dell'Ansia: il contesto ospedaliero può essere fonte di stress e ansia per i pazienti. Sentirsi chiamare per nome può fornire un senso di familiarità e sicurezza, riducendo il livello di ansia e migliorando l'esperienza complessiva del paziente.
  4. Riconoscimento della Dignità: il nome è una parte essenziale dell'identità di una persona. Usarlo, insieme al cognome, riconosce e rispetta la dignità del paziente, riaffermando il suo valore intrinseco e il rispetto per la sua persona, indipendentemente dalla sua condizione di salute.
  5. Facilitazione della Comunicazione: chiamare un paziente per nome facilita una comunicazione più aperta e sincera. Quando un paziente percepisce di essere trattato come una persona con un nome, piuttosto che come un semplice paziente, è più incline a condividere informazioni rilevanti con l'operatore sanitario, migliorando la qualità della cura.

La letteratura medica e psicologica supporta ampiamente l'importanza di chiamare i pazienti per nome. Un articolo pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Nursing sottolinea che l'uso del nome proprio del paziente contribuisce a migliorare la relazione di cura, favorendo la comunicazione e la comprensione reciproca. Inoltre, uno studio del British Medical Journal evidenzia che il riconoscimento personale, incluso l'uso del nome, è cruciale per costruire un rapporto di fiducia tra medico e paziente .

 

U come umanità, perché l’umanità è il motore nell’approccio al paziente. L'umanità nella comunicazione tra paziente e sanitario è un elemento cruciale per garantire un'assistenza sanitaria di qualità. Questa dimensione umana va oltre la semplice trasmissione di informazioni mediche, coinvolgendo empatia, rispetto e comprensione, che sono fondamentali per il benessere complessivo del paziente.

Importanza dell'Umanità nella Comunicazione Paziente-Sanitario

  1. Promozione dell'Empatia e del Supporto Emotivo: un approccio umano nella comunicazione consente ai sanitari di comprendere meglio le preoccupazioni, i timori e le aspettative dei pazienti. L'empatia, cioè la capacità di mettersi nei panni dell'altro, aiuta a fornire un supporto emotivo che è spesso indispensabile per affrontare malattie e trattamenti. I pazienti che si sentono compresi sono più propensi a condividere apertamente le loro preoccupazioni, il che migliora la qualità delle cure.
  2. Miglioramento dell'Aderenza alle Cure: quando i pazienti percepiscono che i loro medici e infermieri sono attenti e premurosi, tendono a seguire con maggiore scrupolo le indicazioni terapeutiche. La comunicazione umana facilita la fiducia, e la fiducia è essenziale per una buona collaborazione terapeutica. Un paziente che si sente ascoltato e rispettato è più motivato a partecipare attivamente al proprio percorso di cura.
  3. Riduzione dello Stress e dell'Ansia: la comunicazione umana può ridurre significativamente i livelli di stress e ansia nei pazienti. In situazioni di vulnerabilità, come durante una malattia o un intervento medico, il contatto umano e la comunicazione rassicurante possono aiutare i pazienti a sentirsi meno soli e più supportati.
  4. Miglioramento della Qualità della Cura: l'integrazione di aspetti umani nella comunicazione porta a una maggiore attenzione alle necessità individuali del paziente. Questo significa che le cure possono essere meglio adattate alle specifiche circostanze di ogni paziente, migliorando la loro efficacia e la soddisfazione del paziente. L'umanità nella comunicazione contribuisce quindi non solo al benessere psicologico del paziente, ma anche alla qualità complessiva delle cure fornite.
  5. Costruzione di Relazioni di Fiducia: la fiducia è un elemento chiave nelle relazioni medico-paziente. Una comunicazione basata sull'umanità costruisce una relazione più forte e duratura tra paziente e sanitario, fondamentale per un processo di cura positivo. La fiducia che ne deriva non solo migliora l'efficacia delle cure, ma può anche influenzare positivamente i risultati di salute a lungo termine.

Studi accademici confermano l'importanza dell'umanità nella comunicazione sanitaria. Un articolo pubblicato nel Journal of the American Medical Association (JAMA) evidenzia che i pazienti che percepiscono un approccio umano ed empatico nella comunicazione con gli infermieri sono più soddisfatti delle cure ricevute e mostrano un'aderenza migliore ai trattamenti. Allo stesso modo, un rapporto del British Medical Journal (BMJ) sottolinea come l'umanizzazione della comunicazione in ambito sanitario sia associata a migliori esiti clinici e a una riduzione dell'ansia e dello stress nei pazienti .