Valorizzare l'infermiere nei Servizi di Salute Mentale: il TPT
Da gennaio 2024 è stato attivato il Centro di Salute Mentale (CSM) di Aosta, che riceve i pazienti in un’area completamente ristrutturata in via Guido Rey, nel capoluogo Valdostano. È un’importante passo per la salute mentale dei cittadini di questa regione, già particolarmente virtuosa e attenta nel settore psichiatrico ma con un parametro negativo, quello per i Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO), doppio rispetto alla media nazionale. Per il direttore generale dell’USL Massimo Uberti, inoltre, “il fenomeno dei suicidi resta un problema ma sono molti i fattori da tenere in considerazione”.
Per l’assessore regionale alla Sanità Carlo Marzi “Il nuovo Centro di Salute Mentale rappresenta il primo passo per dare delle risposte importanti ai cittadini in un campo così delicato come quello della psichiatria. È un cardine che si pone tra la medicina territoriale e quella ospedaliera”.
Una delle novità del CSM è il Triage Psichiatrico Territoriale (TPT). Questo intervento è gestito in prima battuta dall’infermiere, a cui spetta la funzione di accoglienza e di filtro della domanda delle persone che accedono ai servizi, anche in condizioni di urgenza-emergenza; un’attività che se non adeguatamente strutturata e formalizzata, secondo un modello organizzativo che utilizzi uno strumento ed un linguaggio condivisi all’interno dell’equipe, rischia di non rispondere in maniera adeguata, sia in termini di priorità sia in termini di tempistica, al bisogno di salute, espresso e non, delle persone.
Lo strumento utilizzato per l’intervento è la scheda di valutazione di TPT, ideata nel 2006 dal dott. Giovanni Spaccapeli e dal dott. Vincenzo Raucci, infermieri e responsabili all’interno dell’IRCCS San Gerardo Dei Tintori di Monza (Spaccapeli ha esercitato per moltissimi anni, nel Centro Psico Sociale (CPS), come coordinatore e ora è responsabile dei Poliambulatori del nosocomio monzese, mentre Raucci è l’attuale coordinatore del CPS, dopo molti anni sia da infermiere in SPDC, sia da coordinatore nelle comunità riabilitative psichiatre della stessa Azienda).
Abbiamo rivolto a Gabriella Delfino, Incaricata di funzione organizzativa di Responsabile Professionale del Dipartimento di Salute Mentale di Aosta, alcune domande in merito a questa nuovo assetto organizzativo.
Qual'é il ruolo dell'infermiere in questo assetto organizzativo di gestione dell'urgenza psichiatrica territoriale?
“L’infermiere accoglie all’interno dei Servizi di Salute Mentale, la persona assistita e i suoi familiari, favorendone l’accesso e l’orientamento e instaurando un clima di fiducia e di collaborazione; Inoltre:
- adatta il proprio stile comunicativo, in sintonia con le necessità della persona assistita e dei suoi familiari/care giver;
- accoglie la domanda della persona assistita e della sua famiglia effettuando un triage finalizzato a valutarne il grado di urgenza;
- riconosce precocemente segni e sintomi e affronta le situazioni di emergenza psichiatrica, anche in collaborazione con altri professionisti, nel rispetto della sicurezza di tutti gli attori coinvolti;
- realizza, anche in emergenza, interventi tecnici, relazionali, educativi e riabilitativi nel rispetto dei criteri di sicurezza, di empowerment e dei diritti della persona;
- informa la persona assistita e i suoi familiari sui servizi competenti rispetto al suo problema di salute;
- raccoglie, registra e condivide informazioni utili e rilevanti per il patto di cura da parte dei Servizi di Salute Mentale;
- adotta strategie e azioni relazionali che gli consentono di avere un contatto empatico
- mantiene un’efficace relazione d’aiuto; con strategie adeguate all’autocontenimento (es. tecniche di rilassamento) ed educando, se necessario, la persona assistita all’alfabetizzazione emotiva;
Nel primo colloquio che dura 50 minuti circa, l'infermiere compila le schede di valutazione del paziente che, sommate a quella del rischio sociale, assegnano un codice colore.
CODICE BIANCO:
Sono situazioni che si presentano come urgenze ma che dopo valutazione e colloquio approfondito infermieristico si decide di differire in accordo con il paziente.
CODICE VERDE:
Situazioni che si manifestano in modo eclatante ma che si risolvono in accordo con il paziente con valutazione infermieristica.
CODICE GIALLO:
Situazione che necessita degli infermieri per la valutazione del triage e del medico psichiatra per la visita. Sono persone che richiedono un monitoraggio più approfondito e costante.
CODICE ROSSO:
Situazioni che richiedono un tempestivo intervento da parte dell’infermiere e del medico. se necessario si contattano le forze dell’ ordine.
I primi tre codici verranno rivalutati nei giorni successivi pertanto al paziente viene fornita prima data utile di nuovo appuntamento con il professionista più consono alla situazione (Psichiatra, Infermiere. Educatore, Assistente sociale o Psicologo). Nei codici bianchi l'aggancio può essere mantenuto dopo 24 ore anche solo da una telefonata al paziente da parte dell'infermiere del CSM.
Come vengono formati gli Infermieri?
“Gli Infermieri hanno effettuato una formazione di due giorni da parte dei dottori Raucci e Spaccapeli autori del libro “Guida pratica all'utilizzo del triage psichiatrico territoriale”, i quali hanno autorizzato l’utilizzo della loro scheda di triage nel CSM Valdostano. Devo ammettere che l’esperienza, l’entusiasmo e l’empatia di entrambi hanno sicuramente influito positivamente sul progetto iniziale ed è nostra intenzione proseguire in futuro con la loro collaborazione. È altresì garantita la supervisione del personale dallo Psicologo del CSM che una volta alla settimana partecipa alle riunioni di staff in cui oltre a discutere i casi seguiti dai Professionisti sanitari e sociali del CSM, fornisce momenti di supporto agli stessi sia in gruppo che con i singoli”.
Come è stata accolta dall’équipe infermieristica questa esperienza?
“Come tutte le novità, all’inizio c’è stato timore soprattutto delle responsabilità sul triage. Gli Infermieri scelti hanno il requisito della lunga esperienza in Psichiatria, inoltre forti del modello in uso da anni del Case Management che prevede già una presa in cura individuale dei pazienti, le paure iniziali si sono trasformate in opportunità e riconoscimenti. Ad oggi dobbiamo ancora perfezionare molti aspetti ma la soddisfazione degli Infermieri è salita perché la loro autonomia professionale è cresciuta. Inoltre nelle dimissioni protette SPDC/CSM vi è ormai piena collaborazione nel progetto del paziente tra il Primary Nurse della degenza (modello vigente in Azienda da molti anni) e il Case manager del CSM.
La novità del Triage ha ispirato gli infermieri tanto che ha anche preso avvio il progetto di continuità ospedale-territorio per le dimissioni dei pazienti psichiatrici over70 che, vista la doppia fragilità, necessitano di una supervisione maggiore rispetto al loro progetto di vita.
Aggiungo inoltre che sul CSM abbiamo rimpolpato, in sinergia con il nostro DI.P.SA, l’organico inserendo 4 OSS che, su affido degli Infermieri, si occupano prevalentemente dei pazienti cronici. Quest’azione ha consentito la valorizzazione di entrambe le figure e ha fatto sì che si potessero dirottare le risorse infermieristiche necessarie sul Triage.
Inoltre avere un’équipe multiprofessionale (Psichiatri, Psicologi, Infermieri, Educatori, Tecnici della riabilitazione psichiatrica, Assistenti Sociali e OSS) che lavora in perfetta integrazione, mette davvero al centro il paziente senza però lasciare indietro nessun operatore”.
L’attività di triage ha registrato nei primi 6 mesi di attività più di 500 pazienti trattati di cui solo 32 hanno dovuto far ricorso ad un ricovero in SPDC. Un risultato importante che dimostra l’efficacia di questo progetto, al servizio della comunità e dalla salute mentale.