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Gli addensanti sono la soluzione reale per prevenire gli esiti avversi della disfagia?

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 08/11/2024 vai ai commenti

NursingProfessione e lavoro

Lo studio retrospettivo condotto in ambiente ospedaliero riapre il dibattito su una questione ancora irrisolta: i liquidi addensati rappresentano realmente una soluzione efficace per prevenire esiti avversi nei pazienti con disfagia? La disfagia, un disturbo della deglutizione che colpisce spesso persone con condizioni neurologiche come demenza e Parkinson, è associata a gravi rischi, tra cui aspirazione, polmonite e malnutrizione. Tuttavia, l'uso di liquidi addensati – sebbene diffuso – non sembra offrire una protezione certa contro questi rischi.

Le evidenze cliniche controverse
La revisione sistematica di Beck et al., che ha incluso pazienti con demenza e Parkinson, non ha rilevato differenze significative tra bevande addensate e normali in termini di rischio di polmonite. Questo risultato ha portato alla formulazione di una raccomandazione cauta contro l’uso di liquidi densi, suggerendo invece alimenti modificati nella consistenza per migliorare la sicurezza della deglutizione.
Un aggiornamento del 2022 ha confermato l'assenza di prove conclusive a favore dei liquidi addensati per ridurre la mortalità o prevenire la polmonite, sottolineando il bisogno di ulteriori studi per esplorare gli effetti di tali diete. Inoltre, alcuni pazienti manifestano una bassa aderenza a questi trattamenti, rischiando disidratazione e abbassamento della qualità della vita.

Prospettive diverse: idoneità e gradimento dei pazienti
Nonostante la scarsa efficacia apparente, alcuni studi riportano che i liquidi addensati contribuiscono all’idratazione nei pazienti disfagici. La revisione di Viñas et al. ha evidenziato l’efficacia dei liquidi densi nello stato di idratazione. Tuttavia, i pazienti spesso segnalano fastidio nel consumo di liquidi addensati, lamentando una percezione alterata del gusto, una sensazione di sazietà precoce e sete persistente, che influiscono negativamente sulla loro qualità della vita.

Effetti degli addensanti su terapie farmacologiche
Un altro punto critico riguarda il possibile impatto dei liquidi addensati sull'assorbimento dei farmaci. Secondo una revisione di Atkin et al., gli addensanti influiscono spesso sul tasso di dissoluzione dei farmaci. Le differenze negli addensanti utilizzati, come amido e gomme vegetali, o nella viscosità del liquido, complicano la standardizzazione dei trattamenti e sollevano interrogativi sull'efficacia delle terapie.

Disfagia e personalizzazione delle cure
La disfagia presenta forme e manifestazioni diverse – orale, faringea o esofagea – ognuna delle quali richiede approcci terapeutici specifici. In alcuni casi, l’uso di liquidi normali risulta preferibile a quelli addensati, come nei pazienti con assenza di peristalsi faringea. La decisione di somministrare liquidi addensati deve, pertanto, essere attentamente ponderata, valutando la capacità del paziente di controllare la deglutizione e i rischi specifici della propria condizione.

Una riflessione sulla pratica clinica: tre punti fondamentali
Il dottor Widera, in un editoriale recente, invita i professionisti sanitari a ripensare le loro pratiche, partendo da tre considerazioni chiave:

Limiti delle evidenze: i liquidi addensati non hanno mostrato prove convincenti nel ridurre il rischio di polmonite o aumentare la sopravvivenza, il che rende controversa la loro prescrizione.

 

Esperienza del paziente: mettersi nei panni dei pazienti ha evidenziato l’impatto negativo degli addensanti sulla percezione del gusto e sulla qualità della vita.

Approccio multidisciplinare: la collaborazione con logopedisti e specialisti è fondamentale per bilanciare sicurezza nutrizionale e qualità della vita, adattando la dieta alle esigenze specifiche del paziente.

In conclusione, i liquidi addensati rappresentano uno strumento importante per molti pazienti con disfagia, ma l'evidenza della loro efficacia è ancora limitata e controversa. L'obiettivo finale del trattamento dovrebbe essere la qualità della vita, piuttosto che una protezione incerta contro la polmonite o altri rischi. La personalizzazione del trattamento, considerando sia la sicurezza che il gradimento del paziente, rimane cruciale in un ambito così delicato come la gestione della disfagia.

 

 

da: Brugnolli A, Pedrotti D, Bevilacqua A. Si devono ancora usare gli addensanti per i pazienti con problemi di deglutizione? Assist Inferm Ric2024;43(3):157-160. doi 10.1702/4338.43236