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Turni ravvicinati. Una minaccia per la salute degli infermieri e la sicurezza dei pazienti

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 07/03/2025

La questione della fatica e del recupero negli infermieri che lavorano su turni continua a essere un tema di grande rilevanza per la salute pubblica e la sicurezza nei luoghi di cura. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista BMJ Public Health ha analizzato l'impatto delle opportunità di sonno notturno sulla fatica percepita e sulla sicurezza sul lavoro tra gli infermieri giapponesi, mettendo in luce nuove sfide e possibili strategie di mitigazione.

Lo studio e la metodologia

La ricerca ha coinvolto 526 infermieri giapponesi, i quali hanno registrato la durata del loro sonno per un periodo di un mese. I partecipanti sono stati suddivisi in quattro gruppi in base al numero di opportunità di sonno notturno mensili, definite come notti in cui gli infermieri avevano la possibilità di dormire in un orario convenzionale (notte intera piuttosto che sonno frazionato o diurno). Le quattro categorie erano le seguenti:

  • 12 o meno opportunità di sonno notturno al mese;

  • 13-19 opportunità;

  • 20-24 opportunità;

  • 25 o più opportunità.

I ricercatori hanno analizzato la correlazione tra la frequenza del sonno notturno e i livelli di affaticamento auto-riferiti, la qualità del sonno e la probabilità di commettere errori o quasi incidenti sul lavoro.

Risultati principali: il legame tra sonno e sicurezza

I risultati dello studio hanno evidenziato una correlazione diretta tra un numero inferiore di opportunità di sonno notturno e livelli più elevati di affaticamento, nonché una qualità del sonno significativamente peggiore. Gli infermieri con meno di 12 opportunità di sonno notturno al mese hanno riportato livelli più alti di stanchezza rispetto a coloro che avevano più occasioni di riposo notturno.

Inoltre, questi stessi infermieri hanno segnalato un numero significativamente maggiore di quasi incidenti sul lavoro. Questo dato rafforza la già consolidata evidenza che la privazione del sonno influisce negativamente sulla vigilanza, sulla concentrazione e sulla capacità decisionale degli operatori sanitari, aumentando il rischio di errori clinici.

Implicazioni per la gestione dei turni infermieristici

Questi risultati suggeriscono che la semplice riduzione delle ore di lavoro o l'evitare turni consecutivi troppo ravvicinati (come quelli con meno di 11 ore di intervallo) potrebbe non essere sufficiente per proteggere la salute degli infermieri e garantire la sicurezza dei pazienti.

Secondo i ricercatori, è essenziale integrare un nuovo parametro nella gestione dei turni: il numero totale di opportunità di sonno notturno che un infermiere ha in un mese. La distribuzione delle notti libere dovrebbe quindi essere pianificata non solo per garantire pause adeguate tra i turni, ma anche per assicurare un numero minimo di occasioni di riposo notturno.

Conseguenze per la salute e il benessere degli infermieri

Gli infermieri che lavorano su turni sono già noti per avere un rischio più elevato di disturbi del sonno, affaticamento cronico e condizioni di salute correlate come ipertensione, malattie cardiovascolari e disturbi metabolici. Questo studio conferma ulteriormente che una cattiva gestione dei turni non solo impatta il benessere fisico e mentale degli operatori, ma può anche compromettere la sicurezza dei pazienti.

Inoltre, la fatica cronica è stata correlata a un maggiore rischio di burnout, un problema sempre più diffuso tra gli infermieri, che porta a un aumento del turnover del personale, con ulteriori implicazioni sulla qualità dell'assistenza sanitaria.

Strategie per migliorare la pianificazione dei turni

Basandosi su questi risultati, gli esperti suggeriscono alcune strategie chiave per migliorare la gestione dei turni negli ospedali e nelle strutture sanitarie:

  • Garantire un numero minimo di opportunità di sonno notturno mensile: Considerare questo parametro nella pianificazione può contribuire a ridurre la fatica cronica.

  • Evitare turni consecutivi eccessivi: Limiti nel numero massimo di turni notturni consecutivi possono ridurre l'impatto negativo sul sonno e sulla salute.

  • Implementare pause adeguate tra i turni: Intervalli di almeno 11 ore tra un turno e l'altro sono raccomandati per un recupero sufficiente.

  • Fornire supporto per la regolazione del sonno: Programmi di educazione sul sonno e l'accesso a strumenti per migliorare la qualità del riposo potrebbero essere utili.

Lo studio pubblicato su BMJ Public Health fornisce prove concrete dell'importanza di considerare le opportunità di sonno notturno nella pianificazione dei turni infermieristici. La gestione efficace del lavoro su turni è cruciale non solo per il benessere degli operatori sanitari, ma anche per garantire la sicurezza dei pazienti e migliorare la qualità complessiva dell'assistenza sanitaria.

Garantire un numero adeguato di notti di riposo potrebbe rappresentare una delle chiavi per ridurre il burnout, migliorare la salute degli infermieri e prevenire errori medici evitabili. La sfida ora è tradurre questi risultati in politiche efficaci all'interno degli ospedali e delle strutture sanitarie, ponendo il benessere del personale infermieristico al centro delle decisioni organizzative.

 

da: Tomohide Kubo, Hiroki Ikeda, Shuhei Izawa, Yuki Nishimura - How many monthly nighttime-sleep opportunities are optimal for recovery from fatigue among shift-working nurses? A 1-month sleep log observational study to test anchor nighttime sleep in Japan: BMJ Public Health 2024;2:e001438.