Pronta disponibilità, più diritti e limiti ai turni: le novità del CCNL sanità
Un equilibrio tra reperibilità e diritti: ecco come cambia il lavoro "fuori orario" nel comparto sanitario
Nel cuore dell’organizzazione della sanità pubblica, lontano dai riflettori, c’è un meccanismo che tiene in piedi il sistema anche quando gli orari ufficiali finiscono: il servizio di pronta disponibilità. Il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del comparto sanità 2022-2024, all’articolo 31, ne ridefinisce regole e tutele. L’obiettivo: garantire risposte rapide alle emergenze, senza sacrificare i diritti di chi è sempre “sul pezzo”.
Cos’è la pronta disponibilità
Si tratta di una reperibilità attiva, in cui il dipendente sanitario, deve poter essere raggiunto immediatamente per intervenire in sede o, se previsto, anche da remoto tramite telefono o tecnologie digitali.
Un piano annuale per gestire le emergenze
Ogni inizio anno, aziende sanitarie ed enti devono stilare un piano che individui le unità operative e i professionisti necessari a garantire la copertura delle emergenze. Questo piano viene monitorato ogni quattro mesi insieme alla valutazione dell’uso degli straordinari, segno di un tentativo di evitare abusi o sovraccarichi strutturali.
Chi è coinvolto
Il servizio è destinato al personale sanitario e tecnico operante in unità operative previste nel piano. Esclusi esplicitamente i lavoratori del ruolo amministrativo. La disponibilità deve essere organizzata tenendo conto delle caratteristiche del servizio e del territorio, di norma utilizzando personale della stessa unità.
Turni e limiti
La pronta disponibilità si limita ai turni notturni e ai giorni festivi, nel rispetto del diritto al riposo. Ogni turno dura normalmente 12 ore, e non possono essere previsti più di sette turni al mese per ogni dipendente, con una soglia massima di nove nei mesi estivi (giugno-settembre) in caso di esigenze particolari.
Unica eccezione, le ARPA (Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale): per loro, non più di sette turni per quadrimestre (media mensile), con massimo di nove per ciascun mese.
Cosa succede se si viene chiamati
Se il lavoratore in pronta disponibilità viene effettivamente chiamato in servizio:
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Le ore lavorate vengono pagate come straordinario o possono essere recuperate.
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In caso di pronta disponibilità in giorno festivo, su richiesta del lavoratore spetta un’intera giornata di riposo compensativo, senza intaccare l’orario settimanale.
- Il personale in pronta disponibilità, se chiamato in servizio, ha la sospensione del riposo di 11 ore. Deve poi recuperare subito e in modo consecutivo le ore mancanti al termine del servizio.
Se, per ragioni eccezionali, questo non è possibile, le ore di riposo non godute devono essere recuperate in un’unica soluzione entro 3 giorni, fino a raggiungere le 11 ore totali.
Le regole attuative possono essere definite da Aziende ed Enti.
Compensi e indennità
Ogni ora di pronta disponibilità viene retribuita con un’indennità di 1,80 euro lordi. Le singole aziende, tramite contrattazione integrativa, possono aumentare l’importo. I fondi per questi compensi arrivano dal Fondo premialità e condizioni di lavoro.
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