Andrea Merlo, vicepresidente e Tesoriere del Collegio IPASVI di Padova, risponde alle "Dieci Domande"
E’ con incomputabile stima che accogliamo quest’oggi sulle nostre pagine le risposte alle “Dieci Domande” di ANDREA MERLO, vicepresidente e Tesoriere del Collegio IPASVI di Padova e Presidente dell'Associazione di Protezione Civile Veneto PSE Onlus (Professionisti Sanitari per l'Emergenza).
Pensare la nostra professione per la nostra professione: DIECI DOMANDE AGLI INFERMIERI
Progetto InfermieristicaMente - NurSind
a cura di Chiara D'Angelo
Risponde Andrea Merlo
1) Quali sono per te i problemi più rilevanti che oggi hanno gli infermieri
Più che problemi io penso che noi infermieri in questi anni abbiamo maturato delle nuove "richieste" e consolidato "obiettivi professionali" che il più delle volte purtroppo restano disattesi.
Neolaureati in attesa di occupazione; occupati nel pubblico impiego nelle cooperative sociali e nella libera professione e infermieri in attesa del pensionamento, diverse realtà che esprimono, ognuna per proprio conto, una priorità di intervento nel Sistema Sanitario Nazionale.
2) Come risolvere questi problemi, cioè con quali idee, proposte e progetti
Non si tratta quindi di risolvere problemi ma secondo me si tratta di cercare di inserire queste molteplici e diverse richieste ed obiettivi professionali all'interno di un mutevole sistema sanitario nazionale disomogeneo e con caratteristiche distintive in ogni Regione, cercando di inserirle all'interno delle delibere e nelle programmazioni dei piani sanitari Regionali e Nazionali.
3) e 4) Quali soluzioni organizzative si dovrebbero adottare per mettere in campo una qualche azione collettiva
Quali iniziative collettive si renderebbero necessarie
Azioni collettive professionali che siano in grado di sensibilizzare l'opinione pubblica come ad esempio la riuscitissima e recente campagna selfie promossa dagli infermieri neolaureati di Brescia. Per l'organizzazione risulta quindi importante un chiaro messaggio e una chiara ed efficace modalità comunicativa.
5) “Unità, Progetto, Politica” per te cosa significano
"Unità" intesa non come figlia zoppa del conformismo ma come una risorsa e un valore.
A noi infermieri serve una nuova e più forte coscienza unitaria perché la confusione non ci scoraggi a continuare nel percorso delle necessarie riforme culturali e politiche di cui l'infermieristica ha bisogno
"Progetto" essendo io anche un geometra nella mia formazione ho sempre identificato il progettare come l'insieme delle fasi di pianificazione e programmazione al fine di realizzare un "prodotto".
Per "Politica" ho sposato da anni il pensiero di un grande uomo per il quale la politica se non è morale non gli interessava e non la considerava nemmeno politica. Per lui non esisteva una moralità pubblica e una moralità privata. La moralità è una sola e vale per tutte le manifestazioni della vita. E chi approfitta della politica per guadagnare poltrone o prebende non è un politico. È un affarista, un disonesto.
Un uomo per il quale la politica è sempre stata vista come una missione da assolvere nell’interesse del popolo, al servizio di una fede.
"Sandro Pertini"
6 e 7 ) Cosa pensi della proposta di organizzare gli Stati Generali degli Infermieri e Cosa si dovrebbe fare per prepararli adeguatamente
Se gli stati generali infermieristici sono intesi anche come momento di confronto con la società e con le altre professioni sanitarie dico subito di si. Sono convinto che in questo momento storico di continuo cambiamento sia importante trovare delle soluzioni comuni e condivise tra tutte gli attori del sistema salute.
8) Sintetizza in tre parole quello che chiederesti ai Collegi IPASVI
Responsabilità, Partecipazione e Rinnovamento
9) Sintetizza in tre parole quello che chiederesti ai Sindacati:
Tutela dei diritti, Rappresentanza e Contrattazione
10) Mi descrivi succintamente la tua idea di infermiere del terzo millennio
Un infermiere "coraggioso" che sia frutto di Passione e Ragione. Che sappia misurarsi con gli altri professionisti, con le diversità e con le avversità, con metodi giusti ed adeguati ad ogni circostanza, in grado di superare gli ostacoli professionali e trarre forza dalle contrapposizioni. Coraggio come risultato del vento che spinge e degli strumenti che servono per sfruttarne la forza intellettuale portando il timone di noi professionisti sanitari nella direzione giusta.
Dobbiamo essere certi di chi siamo e della nostra forza professionale perché "Per chi non sa dove andare non c'è vento favorevole" scriveva Seneca. C'è bisogno dell'aiuto e della competenza di tutti perché per poter salpare nel terzo millennio, bisogna remare in concordia.
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