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UK. Telecamere sulle divise, contro le aggressioni a medici ed infermieri

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 07/02/2022

Global Nurse

Il personale medico ed infermieristico, all'interno del pronto soccorso del John Radcliffe Hospital, indosserà telecamere come parte della campagna There's No Excuse dell'NHS Foundation Trust degli Ospedali dell'Università di Oxford (OUH), lanciata lunedì. Ciò sta accadendo sulla scia di un aumento della violenza osservata negli ospedali, con l'OUH che afferma che i casi di aggressione nei confronti del personale sanitario e sanitario in tutto il trust sono aumentati da 80 nel novembre 2020 a 180 nel novembre 2021.

Le telecamere sono più piccole di uno smartphone e saranno indossate per dissuadere i visitatori dell'ospedale dal diventare violenti,  un modo, per ridurre sia gli incidenti nei confronti del personale ospedaliero ma anche "un passo fondamentale per garantire che anche i pazienti si sentano al sicuro'.

Aiuteranno anche a identificare e, se necessario, a perseguire i trasgressori. Il personale in prima linea in turno che utilizza le telecamere ha ricevuto formazione e gli è stato detto di indossarle sulle loro uniformi, visibili a tutti i pazienti. I dispositivi verranno accesi solo quando una persona diventa violenta e dopo che gli è stato detto che saranno registrati. Lunedì è iniziata la fase sperimentale di tre mesi di body camera.

Non la soluzione, ma sicuramente un deterrente, che potrebbe trovare ambito di applicazione anche in Italia, dove le aggressioni a discapito del personale sanitario si sono decuplicate e specie i pronto soccorso sono diventati teatro di guerra, lasciando sul campo feriti sempre più gravi; l’uso della violenza fisica è in escalation e diventa sempre più aggressiva e pericolosa.

Fonte BBC

I NUMERI DELLE AGGRESSIONI IN ITALIA

Ogni anno in Italia si contano 1200 atti di aggressione ai danni dei lavoratori della sanità. Nel 70% dei casi le vittime delle aggressioni sono donne.

Gli scenari delle aggressioni: al primo posto troviamo i Pronto soccorso, i reparti di degenza, gli ambulatori, gli Spdc (Servizio psichiatrico Diagnosi e Cura), le terapie intensive, le ambulanze del 118, le case di riposo e i penitenziariLe tipologie di violenza: il 60% sono minacce, il 20% percosse, il 10% violenza a mano armata e il restante 10% vandalismoChi commette violenza: Il 49% sono i pazienti, il 30% i familiari, l’11% i parenti e un 8% sono gli utenti in generale. Le fasce orarie: i momenti più a rischio sono i turni della sera e della notte. La categoria maggiormente colpita risulta quella degli ausiliari sanitari (57.9% delle vittime nel 2016). Si riduce negli anni la quota di infermieri (da 23.5% a 14.5%), rimane costante la quota di medici (2.4%-2.6%). Aumenta la percentuale di personale tecnico (da 4.8% a 20.6% nel 2016). Esiste comunque una difficoltà a reperire dati reali che rappresentino la situazione attuale perché spesso l’operatore sanitario rinuncia erroneamente a denunciare. Eppure tra il personale sanitario quasi un infortunio su 10 è per aggressione (FONTE INAIL).