Visita fiscale ripetuta più volte durante la giornata. Quando diventa condotta illecita
Nella costante ricerca di risposte alle vostre domande, ci siamo imbattuti in una serie di interrogativi frequenti riguardo alle assenze per malattia. "Posso retrodatare il certificato di malattia?" "Cosa fare quando il medico di famiglia è assente?" "È possibile accorpare le ferie alla malattia?" Questi sono solo alcuni dei dubbi che ci pervadono quotidianamente dai nostri lettori.
Per semplificare la consultazione e fornire risposte tempestive, siamo lieti di annunciare il lancio della nostra nuova rubrica "Gestione delle Assenze per Malattia". A partire da lunedì 11 settembre, potrete trovare risposte esaurienti a queste e altre domande tre volte a settimana: ogni lunedì, mercoledì e venerdì. Basta selezionare "Previdenza" dal menù a tendina per accedere a questa preziosa fonte di informazioni.
Vi invitiamo a unirvi a noi in questa avventura alla scoperta delle migliori pratiche per affrontare le sfide legate alle assenze per malattia e a condividere con noi le vostre domande e preoccupazioni. Siamo qui per fornire chiarezza e supporto nella gestione delle vostre assenze lavorative.
Questi gli appuntamenti settimanali: Ecco la nuova rubrica: Gestione delle Assenze per Malattia
Il D.lgs 75/2017, Legge Madia, recita (…)sono stabilite le fasce orarie di reperibilità entro le quali devono essere effettuate le visite di controllo e sono definite le modalità per lo svolgimento delle visite medesime e per l'accertamento, anche con cadenza sistematica e ripetitiva, delle assenze dal servizio per malattia, ovvero dà all’Inps la facoltà di inviare il controllo medico non solo più volte nell’arco della stessa malattia, ma addirittura nella stessa giornata. La visita fiscale può essere ripetuta e può avvenire sin dal primo giorno, inoltre, se la malattia si verifica a ridosso di festività, ponti, weekend e giorni liberi.
Ma quando questo modus operandi può diventare illecito e configurare il reato di Mobbing?
Esiste una giurisprudenza consolidata da venti anni in Cassazione, secondo la quale si considera “vessatoria” la visita continua, nei confronti del lavoratore. Inoltre la persistenza nell’accertare la malattia, può talvolta aggravarla, come sancito in giudizio. Una recente sentenza della Corte d’Appello di Bari ha ritenuto la sussistenza del mobbing nel caso di un insegnante di scuola pubblica che era stato sottoposto a ben 14 visite fiscali, richieste dal suo dirigente scolastico nell’arco di tre mesi. Secondo la Corte, questi «controlli a raffica» (in media, circa uno a settimana) avevano sottoposto il docente a «prepotenza ed umiliazione» ed erano finalizzati ad un «piano di eliminazione».
Provare la vessazione, naturalmente non è sempre così semplice, ricordiamo che perché vi sia Mobbing devono sussistere determinate condizioni, quali:
- molteplicità della condotta persecutoria, deve essere continuativa e sistematica
- danno alla salute psicofisica del lavoratore;
- nesso di causa-effetto tra condotta di mobbing e danno;
- elemento psicologico dell’intento persecutorio da parte dell’autore del fatto.
Spetta al dipendente che accusa di essere vittima di mobbing provare la sussistenza delle suddette condizioni.
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