27mila euro di multa agli operatori sanitari per gli straordinari durante il Covid
In una notizia che appare incredibile, medici che lavoravano in prima linea durante l'epidemia di Covid-19 sono stati multati per aver svolto straordinari oltre le ore di lavoro previste dalla legge. L'Ispettorato del Lavoro ha inflitto una multa di 27.100 euro al direttore del pronto soccorso del Policlinico di Bari, Vito Procacci, e multe simili sono state imposte ad altri medici. Queste sanzioni hanno scatenato una serie di reazioni indignate.
Il direttore Procacci ha scritto una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, esprimendo la sua amarezza e delusione per il trattamento ricevuto. Nella lettera, ha sottolineato che durante la pandemia, la sua struttura ha salvato migliaia di vite, eppure ora vengono multati per aver lavorato oltre l'orario previsto. La missiva è stata inviata in segno di protesta contro il trattamento ricevuto da parte dello Stato.
Il Policlinico di Bari ha annunciato che impugnerà l'accertamento dell'Ispettorato del Lavoro, sottolineando che il personale medico era ancora fortemente impegnato nella lotta contro l'emergenza Covid-19 e che i pronto soccorso erano attivi 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
In risposta a questa situazione, è stata avviata una raccolta fondi per sostenere i medici multati. Il professor Loreto Gesualdo, ordinario di Nefrologia all'Università di Bari e presidente della Federazione Italiana delle Società Medico-Scientifiche (FISM), ha lanciato un appello affinché i medici italiani sostengano il dottor Vito Procacci e avviino una raccolta fondi per aiutarlo a coprire la multa che dovrà pagare di tasca propria.
Il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, ha commentato la situazione come paradossale e incredibile. Ha ricordato che i medici erano stati premiati per il loro impegno durante la pandemia e ha espresso la sua indignazione per il fatto che ora vengano multati per aver salvato vite. Ha dichiarato di aver preso contatto con la ministra Elvira Calderone e di avere l'intenzione di portare il caso alla sua attenzione.
Questa situazione solleva importanti questioni sulla riconoscenza e il trattamento dei professionisti sanitari che si sono dedicati coraggiosamente alla lotta contro la pandemia di Covid-19, e sollecita una riflessione su chi avrebbe dovute fare rispettare le normative relative agli straordinari nel contesto di emergenze sanitarie e chi avrebbe non dovuto operare tagli alla sanità, ma assumere in tempi non sospetti, piuttosto che sfruttare i pochi sanitari rimasti.