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Turni di notte e rumore. Infermieri a rischio ictus

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 06/12/2024 vai ai commenti

Professione e lavoroStudi e analisi

Negli ultimi decenni, il rumore ambientale è diventato un problema sempre più rilevante per la salute pubblica. Negli ospedali, i livelli medi di rumore sono aumentati di almeno 15 decibel negli ultimi 40 anni, raggiungendo una media di circa 70 decibel, ben oltre i 35 decibel raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per gli ambienti di cura. Questo incremento non solo mette a rischio il benessere dei pazienti, ma influisce anche sul personale sanitario, in particolare gli infermieri, che devono affrontare un ambiente lavorativo sempre più stressante.

In parallelo, l’inquinamento acustico esterno sta emergendo come un fattore di rischio significativo per patologie gravi, tra cui l’ictus, una delle principali cause di disabilità e mortalità in Italia.

L’Ictus: Un Colpo Improvviso

Il termine "ictus" deriva dal latino e significa "colpo" (in inglese, stroke), sottolineando la natura improvvisa e devastante di questa patologia. Quando l’apporto di sangue ossigenato si interrompe o si verifica uno stravaso di sangue in un’area del cervello, le cellule nervose iniziano a morire. Ciò porta alla perdita delle funzioni neurologiche controllate da quell’area, come il movimento, il linguaggio, l’equilibrio o la vista.

Secondo il Ministero della Salute, in Italia l’ictus è la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, colpendo circa 185.000 persone ogni anno, di cui 150.000 sono nuovi casi. Ma è anche la prima causa di disabilità grave. Le statistiche sottolineano l’urgenza di identificare e affrontare i fattori di rischio, tra cui emerge sempre più chiaramente l’inquinamento acustico.

Lo Studio di Montreal: Rumore e Rischio di Ictus

Una ricerca dell’Università di Montreal, pubblicata sulla rivista Noise & Health, ha evidenziato il legame tra inquinamento acustico e ictus. Lo studio, condotto dalle ricercatrici Larisa Inès Yankoty e Audrey Smargiassi, ha analizzato i dati di oltre un milione di persone che vivono nella cintura urbana di Montreal tra il 2000 e il 2014. I risultati sono eloquenti: per ogni aumento di 10 decibel nell’intensità sonora ambientale, il rischio di ictus aumenta del 6% nelle persone di età superiore ai 45 anni.

L’associazione tra inquinamento acustico e ictus è particolarmente significativa per gli ictus ischemici, causati dall’occlusione di un’arteria cerebrale, piuttosto che per quelli emorragici. Durante il periodo di osservazione, oltre 25.000 persone sono state ricoverate per ictus, con una netta prevalenza delle ischemie, cinque volte più frequenti rispetto agli ictus emorragici.

Il Rumore Come Minaccia Silenziosa

La soglia critica per gli effetti nocivi del rumore è stata già identificata da precedenti studi: oltre 40 decibel di notte e 55 decibel di giorno, il rumore può provocare insonnia, stress, astenia e un aumento del rischio cardiovascolare. Per chi vive in aree particolarmente rumorose, il rumore può anche influenzare la circolazione sanguigna, aumentando il rischio di trombosi.

 

Una Sfida per la Salute Pubblica

Investire in infrastrutture più silenziose, adottare tecnologie per la riduzione del rumore e sensibilizzare la popolazione sugli effetti del rumore sulla salute sono passi fondamentali. Come dimostrano le ricerche, intervenire sull’ambiente non è solo una questione di benessere psicologico, ma anche di prevenzione di malattie potenzialmente letali.