H5N1: mutazioni virali in paziente americano accendono i riflettori sui rischi di diffusione umana
Un caso di influenza aviaria H5N1 rilevato in Louisiana ha destato preoccupazione tra gli esperti di salute pubblica. I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti hanno annunciato che i campioni virali prelevati da un paziente ricoverato con una grave forma dell’infezione mostrano mutazioni genetiche che potrebbero facilitare la trasmissione del virus tra esseri umani.
Le mutazioni, individuate esclusivamente nei campioni del paziente e non in quelli del pollame ritenuto fonte dell’infezione, suggeriscono che i cambiamenti genetici siano avvenuti all’interno del corpo umano. Sebbene i CDC abbiano chiarito che il rischio per la popolazione generale non è al momento mutato, l’adattamento del virus alle vie respiratorie umane rappresenta un segnale di allarme che richiede maggiore attenzione.
La necessità di una sorveglianza globale
Nella dichiarazione ufficiale, i CDC hanno sottolineato l’importanza della sorveglianza genomica costante, sia sugli esseri umani che sugli animali, per monitorare le evoluzioni del virus. "L’individuazione di un caso umano grave con alterazioni genetiche sottolinea l’importanza del contenimento dei focolai di influenza aviaria e delle misure di prevenzione tra le persone esposte ad animali o ambienti infetti", hanno dichiarato.
Il contesto della diffusione negli Stati Uniti
Il paziente della Louisiana, confermato il 18 dicembre come il primo caso grave di H5N1 negli Stati Uniti quest’anno, è stato infettato da un ceppo del virus denominato D1.1, già individuato negli uccelli selvatici e nel pollame del Paese. Il virus H5N1, che si è diffuso tra gli uccelli selvatici per diversi anni, è stato rilevato anche nelle vacche da latte a marzo, con centinaia di mandrie infettate in 16 Stati.
Quest’anno sono state confermate 65 infezioni umane negli Stati Uniti, per lo più lievi e collegate all’esposizione a pollame o bovini infetti. Tuttavia, il virus ha dimostrato di colpire anche altre specie, tra cui gatti domestici e grandi felini in uno zoo nello Stato di Washington.
Le mutazioni genetiche: cosa sappiamo
Le mutazioni osservate nei campioni del paziente della Louisiana riguardano il gene dell’emoagglutinina, una proteina che permette al virus di legarsi alle cellule e infettarle. Tali mutazioni sono rare e sono state segnalate in pochi casi umani gravi, tutti al di fuori degli Stati Uniti.
Un dettaglio significativo è che una delle mutazioni è stata rilevata anche nei campioni virali di un adolescente canadese ricoverato a novembre con un’infezione grave da H5N1. Tuttavia, i campioni del paziente della Louisiana non mostrano cambiamenti in altre sezioni del genoma, come la neuraminidasi, che avrebbero potuto rendere il virus resistente agli antivirali. Inoltre, le sequenze genetiche sono simili a quelle già esistenti, utilizzabili per sviluppare vaccini efficaci.
Un virus che non conosce confini
La situazione evidenzia ancora una volta come l’H5N1 rimanga una minaccia costante per la salute globale, con la sua capacità di adattarsi e colpire diverse specie. Gli esperti invitano a rafforzare la sorveglianza e a mantenere alta l’attenzione, soprattutto nei confronti di coloro che lavorano a stretto contatto con animali infetti.
In attesa di ulteriori sviluppi, i CDC ribadiscono che il monitoraggio e le misure preventive sono fondamentali per evitare che il virus possa evolversi ulteriormente e rappresentare un pericolo per la popolazione mondiale.