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Aggressione violenta a infermiera 118 durante intervento. NurSind: 'rivedere gestione TSO'

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 03/01/2025 vai ai commenti

NurSind dal territorioPuglia

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Nella notte del 31 dicembre, un intervento di soccorso del 118 a Montesano Salentino si è trasformato in un incubo per un’infermiera, vittima di una brutale aggressione durante lo svolgimento del proprio lavoro. L’episodio, che ha visto l’operatrice sanitaria trascinata per i capelli e riportare contusioni multiple, riporta alla ribalta la questione delle violenze ai danni del personale sanitario.

 

L’intervento e l’aggressione

L’infermiera, insieme a un medico, era intervenuta in un’abitazione per eseguire un trattamento sanitario obbligatorio (TSO) richiesto dopo che un uomo, in seguito a un litigio, aveva lasciato l’anziana madre fuori di casa. L’équipe, proveniente dalla postazione di Scorrano, è giunta sul posto su richiesta dei carabinieri e dei vigili del fuoco.

Dopo aver immobilizzato il paziente sulla barella e somministrato le prime cure, i sanitari hanno iniziato il trasporto verso l’ospedale. È stato durante il tragitto in ambulanza che l’uomo, improvvisamente, si è scagliato contro l’infermiera. «Mi ero avvicinata più volte al paziente per controllare il suo stato di salute», racconta la vittima. «Poi, all’improvviso, ha afferrato i miei capelli e ha tirato via intere ciocche con violenza».

L’aggressione ha causato all’infermiera contusioni multiple e lesioni al cuoio capelluto. Soccorsa dai colleghi presenti, è stata messa in salvo, ma l’episodio ha lasciato profonde ferite psicologiche. «Ho provato grande dolore e ora tanta paura. Negli occhi ho fisso il volto dell’uomo che mi aggredisce. Sono spaventata all’idea di affrontare altri casi simili appena tornerò in servizio».

 

Un problema che si aggrava

L’episodio non è un caso isolato. Nei giorni precedenti, un medico del 118 era stato vittima di aggressioni verbali durante un intervento domiciliare. Le missioni di soccorso, soprattutto in contesti privati, espongono gli operatori sanitari a situazioni di rischio crescente. «Ci sentiamo soli e senza difese», ha denunciato l’infermiera, sottolineando la mancanza di misure adeguate per garantire la loro sicurezza. «Il nostro lavoro è sempre più rischioso senza tutele adeguate».

 

Richieste di intervento

La vicenda ha suscitato indignazione e solidarietà. È indispensabile che le istituzioni intervengano con misure concrete per prevenire situazioni di pericolo e garantire la sicurezza degli operatori sanitari. Tra le richieste avanzate, emerge la necessità di supporto durante gli interventi ad alto rischio, l’introduzione di protocolli operativi più sicuri e il riconoscimento di indennità specifiche per il personale del 118.

«Si chiude in malo modo per un’infermiera del 118 il 2024», ha dichiarato Graziano Accogli, segretario territoriale del NurSind Lecce. «Purtroppo nulla di peggio che essere aggrediti verbalmente e fisicamente nello svolgimento delle proprie funzioni di operatore sanitario. Intanto penso che questi casi non possono essere gestiti dal 118, che ha cose molto più importanti da fare. Inoltre, chiediamo di riconoscere al personale del 118 delle indennità specifiche ad oggi non previste per colmare questi tipi di disagi. Esprimo la massima solidarietà alla collega per quanto subito».

 

La necessità di un cambiamento

L’aggressione di Montesano Salentino rappresenta un campanello d’allarme per le istituzioni. Garantire la sicurezza degli operatori sanitari è un’urgenza non più rimandabile. Attraverso misure preventive, un maggiore supporto sul campo e adeguate indennità per chi lavora in prima linea, si può contribuire a proteggere chi si dedica alla salvaguardia della salute dei cittadini. Senza un intervento deciso, il rischio è che la professione diventi insostenibile, con ripercussioni su tutto il sistema sanitario e sulla qualità del servizio offerto.