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Ordini delle professioni sanitarie, la tassa si decide al vertice: salta il voto degli iscritti

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 17/04/2025

AttualitàGoverno

 

Con l’ok del Senato, l’articolo 13 del nuovo decreto sulle prestazioni sanitarie introduce una modifica di peso nella gestione economica degli Ordini delle professioni sanitarie. La novità? Il Consiglio direttivo di ogni Ordine non dovrà più passare dall’assemblea degli iscritti per approvare bilanci e tassa annuale. Potrà farlo direttamente.

La norma interviene sul Decreto Legislativo n. 233 del 1946, asse storico della regolamentazione degli Ordini sanitari. Finora, la prassi prevedeva che il Consiglio direttivo proponesse il bilancio preventivo, il consuntivo e la tassa annuale, ma l’ultima parola spettava all’assemblea degli iscritti. Ora cambia tutto: il Consiglio avrà pieni poteri decisionali su questi atti.

Autonomia sì, ma con un contrappeso. La riforma non azzera del tutto il ruolo dell’assemblea. In caso di dissenso, resta la possibilità di ricorso all’assemblea stessa, che potrà riesaminare e decidere in via definitiva. Una sorta di controllo a posteriori, pensato come garanzia di democrazia interna e trasparenza.

Secondo i promotori, il cambio di rotta punta a snellire le procedure, evitando rallentamenti burocratici in un settore dove l’efficienza amministrativa conta quanto quella clinica. Ma le critiche non mancano. Alcune voci, soprattutto tra gli iscritti agli Ordini più numerosi, temono una perdita di rappresentatività e un eccesso di potere concentrato nei vertici.

Ora la palla passa alla Camera dei deputati, dove il testo arriverà nei prossimi giorni. Se sarà approvato senza modifiche, l’articolo 13 entrerà in vigore a stretto giro. Una piccola modifica legislativa, certo, ma con effetti concreti sull’equilibrio interno degli Ordini e, di riflesso, sulla gestione delle professioni sanitarie italiane.