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Il vero liberatore dei folli: la storia dimenticata di Jean-Baptiste Pussin

Vincenzo Rauccidi
Vincenzo Raucci
Pubblicato il: 23/08/2025

La nostra storia

Il famoso gesto di Philippe Pinel che libera i malati mentali dalle catene nel 1793 è spesso considerato l’inizio della psichiatria moderna. Tuttavia, questa narrazione ignora il vero protagonista di questa riforma: Jean-Baptiste Pussin, un sovrintendente ospedaliero non medico che fu il pioniere del “trattamento morale”.

A differenza del medico accademico Pinel, Pussin era un ex paziente dell’ospedale di Bicêtre, dove trascorse nove anni per curare una tubercolosi. La sua esperienza diretta della sofferenza e delle condizioni disumane dei manicomi del XVIII secolo lo portò a sviluppare un’empatia e una comprensione uniche.

In un’epoca in cui i malati mentali erano considerati “problemi sociali” da rinchiudere e controllare con catene e violenza, Pussin si distinse introducendo un approccio basato sulla cura, sul dialogo e sulla relazione umana. Le sue riforme, messe in atto a Bicêtre prima dell’arrivo di Pinel, segnarono il passaggio da una logica di “custodia” a una di “trattamento”. Il suo atto più famoso fu l’abolizione definitiva delle catene nel 1797.

Quando Pinel arrivò a Bicêtre, rimase impressionato dal lavoro di Pussin. I documenti storici dimostrano che fu Pussin a “iniziare Pinel ai metodi psicologici”. Questo fu un vero e proprio “apprendistato inverso”, in cui il medico imparava dal professionista sul campo. Pinel riconobbe onestamente il suo debito verso Pussin, citandolo nel suo trattato del 1801.

Nonostante questo, la storia ufficiale ha quasi del tutto cancellato il contributo di Pussin. Questo accadde perché la nascente professione medica, nel tentativo di legittimare la psichiatria come scienza, diede la paternità delle riforme al medico accademico, sminuendo il ruolo del professionista non medico.

L’eredità di Pussin va ben oltre la sua collaborazione con Pinel. La sua dedizione alla cura e il suo metodo basato sull’osservazione e sulla relazione con i pazienti lo rendono un precursore della moderna infermieristica psichiatrica. Le sue idee, insieme a quelle di figure come William Tuke in Inghilterra e Vincenzo Chiarugi in Italia, fecero parte di un movimento europeo più ampio per il trattamento morale, che portò alla prima legislazione francese sull’assistenza psichiatrica nel 1838.

La storia di Pussin ci insegna che il progresso non è sempre opera di figure accademiche, ma spesso il risultato del lavoro fondamentale e silenzioso di professionisti che operano sul campo. Riconoscerlo significa rendere giustizia a un pioniere dimenticato e adottare una visione più completa e critica della storia della medicina.