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I confini mobili delle competenze. TSRM, anzi Infermieri: il caso dei MdC

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 13/08/2014 vai ai commenti

Contenuti Interprofessionali

di Chiara D'Angelo

 

La società italiana di Radiologia Medica ha da tempo redatto il documento “L'atto medico radiologico”, con la finalità di favorire una sistematizzazione dell'attività radiologica (1)

 

Il documento, tra le altre cose, fornisce una precisa descrizione di “atto medico radiologico”, “atto medico” e di “atto sanitario, quest’ultimo inteso come un insieme complesso ed articolato di prestazioni, competenze, conoscenze e modus agendi di più professionisti, non solo nell'ambito medico. L'atto sanitario così inteso si inserisce nell'ambito delle prestazioni sanitarie “di equipe”, non solo nel senso della contestualità degli interventi, ma nel senso di una serie di atti consequenziali, cioè di un insieme di azioni concorrenti ad un fine unitario e svolte da diverse figure professionali, mediche e non.

 

Nel documento si riscontrano anche indicazioni operative da attuare nei casi di prestazione radiologica che necessiti di somministrazione di mezzo di contrasto ed in particolare vi si legge che “tutte le indagini che prevedono la somministrazione di mezzi di contrasto, in elezione e/o in urgenza/emergenza, devono essere condotte in presenza del Medico Radiologo, coadiuvato dalle figure sanitarie TSRM (Tecnico Sanitario di Radiologia Medica) ed Infermieri, che operano disgiunti ognuno per quanto di propria competenza.

 

Su questo punto è interessante citare un altro documento, redatto dalla Federazione Nazionale Collegi TSRM, dal titolo Preparazione e somministrazione dei mezzi di contrasto (c.d. MDC) dei radiofarmaci e radionuclidi. Competenze del TSRM (2) che, partendo dalla descrizione del profilo del TSRM e dalla strutturazione del medesimo Corso di Laurea, asserisce che:

 

(...)Per quanto qui di maggiore pertinenza, si evidenzia come la struttura del corso preveda, nell’ambito delle “Tecnologie e tecniche di acquisizione in radiologia contrastografica”, l’insegnamento BIO/14 in farmacologia, nonché la “Preparazione mdc e tecniche di iniezione intramuscolo, endovena, fleboclisi e cateterismi”, con la necessità di “conoscere le procedure terapeutiche ai fini della gestione, della preparazione, della somministrazione dei mezzi di contrasto e del monitoraggio dei parametri correlati di pertinenza”…omissis, con l’esecuzione di “calcoli per il dosaggio, la diluizione e la somministrazione dei mezzi di contrasto”; si prevede inoltre lo sviluppo di abilità manuali per applicare le metodologie d’uso delle procedure terapeutiche …..omissis, basate su standard ed evidenze scientifiche”. La formazione comprende, naturalmente, la preparazione e la gestione dei radiofarmaci (BIO/12) con una formazione in ordine alla “biodistribuzione” dei medesimi.

 

Ed ancora, tra le Conclusioni:

(...)La legittimazione alla manovra di somministrazione da parte del TSRM appare diversamente fondata su un’interpretazione sistematica dei tre riferimenti previsti dalla 42/99 (profilo professionale, nuovo ordinamento didattico, codice deontologico), qualora appunto il TSRM sia stato formato secondo aggiornati corsi di formazione, contenuti nei recenti ordinamenti didattici, che prevedano l’acquisizione di metodiche pertinenti.

 

Nelle NOTE, infine, si legge

al punto (6) Si registra come attualmente la somministrazione di farmaci sia attività già trasversale a diversi professionisti (medici, infermieri, ostetriche e, per certi aspetti, OSS con formazione complementare) al fine di testimoniare la NON esclusività dell’atto considerato, mentre esclusiva risulta essere, ad esempio, l’assistenza infermieristica.

 

Pur lasciando ad ognuno di voi le considerazioni del caso vorrei proporvi uno spaccato della mia esperienza professionale: agli inizi della mia attività lavorativa ho prestato servizio presso l'Unità Operativa di Pediatria di un Ospedale della zona montana friulana. Tra le prestazioni infermieristiche rientrava anche il posizionamento della cuffia e/o elettrodi per l'esecuzione di elettroencefalogramma (EEG), pratica divenuta di ESCLUSIVA pertinenza del Tecnico di Neurofisiopatologia dall'istituzione di tale figura professionale sanitaria (DM 183 del 15 marzo 1995).

 

A tal proposito si legge, ad esempio, nel notiziario AITN Ass. Tecn. Neurofisiopatol. 2 (2003) 22 29, in un articolo a cura del Dott. Fabrizio Landuzzi (Docente di Bioetica e di Medicina Legale) e della Dott.ssa Francesca Ingravallo (Assistente in formazione Scuola di specializzazione in Medicina Legale) (3) quanto segue:

 

(…)le registrazioni di elettroencefalogrammi debbano rientrare nell’ambito di esclusiva competenza del Tecnico di Neurofisiopatologia al quale tali prestazioni - così come l’elettroencefalografia, l’elettroneuromiografia, la poligrafia, i potenziali evocati e gli ultrasuoni - sono esplicitamente affidata ex lege e che di esse è pienamente responsabile dal punto di vista della correttezza esecutiva. Peraltro, apparendo non del tutto peregrina l’affermazione che dette attività potrebbero essere definite come atti riservati ad una professione per l’esercizio della quale è richiesta una specifica abilitazione (rappresentata - nella fattispecie - dal possesso del relativo titolo universitario), alla luce di pur non recente enunciazione della Suprema Corte, l’esecuzione di anche una sola di dette prestazioni da parte di un Infermiere potrebbe venire considerata come esercizio abusivo di professione, sottolineandosi - in tale ipotesi - che anche il personale medico di ciò a conoscenza non solo manterrebbe un comportamento contrastante con quanto disposto dall’art. 1349 del Codice di Deontologia Medica, ma rischierebbe esso stesso di incorrere nella incriminazione - e nella condanna – per il medesimo reato.

 

A tutt'oggi presto servizio presso una SOC di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza che ha attivo al suo interno anche un ambulatorio di neurologia perdiatrica con possibilità di indagini elettroencefalografiche (EEG), e qualora si verifichi l'assenza del Tecnico di Neurofisopatologia, gli elettrodi vengono posizionati esclusivamente dal medico specialista.

 

Dunque, credo sia lecito chiedersi: il principio secondo il quale devono essere rispettati gli specifici ambiti di competenza professionale, anche qualora risulti difficile definirne i confini, non dovrebbe valere anche per gli Infermieri nel caso succitato, quindi nell'ambito “(...)della gestione, della preparazione, della somministrazione dei mezzi di contrasto e del monitoraggio dei parametri correlati di pertinenza” nei Servizi di Diagnostica Strumentale Radiologica?

 

A conclusione, per chi volesse approfondire gli argomenti trattati, consiglio la lettura dei pareri legali al quesito: Esame TC: "A chi compete l’atto fisico di iniezione del MdC dalla consolle dell’iniettore automatico?” (4) uno dei quali recita:

 

(...)dal momento che la somministrazione di MdC consiste nella somministrazione di un farmaco iniettabile per EV, pare opportuno o meglio, doveroso, che sia il professionista infermiere a procedere ad incannulare la vena periferica, rendendosi così “garante della corretta applicazione della procedura diagnostica” (cfr. D.M. 738/1994), preoccupandosi, pertanto, anche delle fasi relative alla preparazione del farmaco. In sintesi, si ritiene indispensabile la figura dell’infermiere per la preparazione del farmaco e del MdC in particolare, rientrando tale attività tra le sue competenze specifiche".

 

Voi che ne pensate?

 

Bibliografia:

(1) “L'atto medico radiologico”: /media/366-atto-medico-radiologico.pdf

(2) La Cicolare della Federazione Nazionale Collegi TSRM: /media/circolare_34-12_allegato.pdf

(3) L’EEG quale confronto costruttivo tra Tecnico di Neurofisiopatologia e Infermiere, in merito ai rispettivi ambiti di competenza: /media/22.pdf

(4) pareri legali al quesito: Esame TC: "A chi compete l’atto fisico di iniezione del MdC dalla consolle dell’iniettore automatico?: /media/Utilizzo_iniettore_in_TAC.pdf

 

Documento Proff. Tavani-Zanchetti (Consulenza esterna di Professori Universitari su reali competenze TSRM) CLICCA

 

Leggi anche articoli successivi e relativi commenti in calce:

- Somministrazione di radiofarmaci e mezzi di contrasto, il parere di Luca Benci (Clicca)

- Luca Benci ritorna sulla questione "mezzi di contrasto" (Clicca)

- L'iniezione del mezzo di contrasto in Radiologia - quarta parte - (Clicca)