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La roba vecchia

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 03/01/2016 vai ai commenti

NurSind dal territorioSardegna

 Dicembre si sa, è l'ultimo mese dell'anno e si caratterizza per il suo clima festoso, fatto di regali, buoni propositi e speranze per l'anno venturo che cancellino la malasorte di quello appena passato.

In Regione Sardegna devono essersi immersi nello stesso clima gioioso ed ecco che a ridosso delle festività, piombano sulla testa dei cittadini sardi, tutti i regali e i buoni propositi della giunta in carica pensati per far quadrare i conti causati della sanità divoratrice di fondi.

A onor del vero questa giunta ha messo come priorità proprio il riordino del Servizio Sanitario Regionale sfruttando la forza di dati che dimostrerebbero come i servizi sanitari resi al cittadino siano costosissimi per la collettività e di bassissima qualità.

E uno direbbe che era ora, considerato che più della metà del bilancio della regione viene infatti impiegato per il SSR distraendo risorse importanti ad altri settori. Finalmente qualcuno che ha deciso di mettere mano in quel pozzo senza fondo fatto di servizi costosissimi e paradossali inefficienze di ogni tipo. Finalmente qualcuno andrà a vedere dove si annidano gli sprechi, dove albergano le inefficienze, di chi sono le responsabilità. La giunta aveva già varato un piano di riordino del sistema ospedaliero che le amministrazioni locali e le popolazioni non hanno per niente gradito considerato che venivano a chiudersi ospedali e servizi in ogni dove, con l'intento di accentrare le funzioni specialistiche in pochi centri e presidiando e declassando gli altri a funzioni di base. Senza considerare la stortura che vede la Sardegna andare in totale controtendenza rispetto a quanto approvato nella legge di stabilità che auspica l'assorbimento delle Azinende Ospedaliero Universitario nelle Asl e non viceversa come successo a Sassari con la cessione del più grande ospedale di tutto il nord Sardegna all'università appunto.

Gli infermieri sardi si sono subito allarmati perché con il blocco del turn over di agosto hanno visto svanire le residue possibilità di trovare occupazione a casa propria. Ma non tutti i mali vengono per nuocere e così, NurSind, attraverso i suoi rappresentanti ha elaborato una piattaforma di osservazioni consegnata nelle mani dell'assessore di riferimento Arru con la speranza che quelle proposte trovassero udienza. Se è vero che sulla riorganizzazione del sistema ospedaliero, in linea di principio si poteva trovare qualche spunto di accordo, al contempo, la determinazione con cui tale razionalizzazione veniva spiegata senza margini di trattativa, lasciava intravedere uno spiraglio nel secondo pilastro della riforma messa in campo, ossia quello della riorganizzazione dei servizi sanitari territoriali. NurSind non poteva cogliere occasione migliore per rivendicare la sua attenzione su temi di ambito territoriale che certamente avrebbero trovato piena collocazione nel processo di riforma e così venivano nuovamente, fortemente sollecitati e riproposti tutti i temi di sviluppo territoriale cari al NurSind quali l'istituzione dell'Infermiere di Famiglia, la Guardia Infermieristica, gli Ambulatori Infermieristici, ospedali e reparti a conduzione infermieristica, il See & Treath, l'Autoinfermieristica per il 118, solo per citarne alcuni.

La piena corrispondenza tra i dettami della riforma e le proposte consegnate, uniche vere armi per un effettivo controllo della spesa generatore di nuova economia e occupazione, lasciava presagire in un bel regalo di Natale al momento della pubblicazione della delibera sul Sistema Regionale delle Cure Territoriali e le Linee di indirizzo per la riqualificazione delle cure primarie.

Non si poteva sperare in regalo più bello per gli infermieri che finalmente avrebbero visto anche in Sardegna trasformarsi in una verde florida prateria, quello che fino al giorno prima era l'arido deserto dell'assistenza domiciliare e territoriale caratterizzato solo da piccole oasi legate a particolari progetti come quello dell'assistenza ai malati di SLA.

Leggere per credere (Testo del piano) verrebbe da dire e infatti, l'esercizio della lettura si è presto trasformato nella necessità di una urgente cura a base di inibitori della pompa protonica, schizzata senza controllo a produzioni altamente erosive e potenzialmente mortali. Quello che doveva essere il terreno privilegiato per lo svolgimento delle competenze legate all'assistenza dei cittadini, non è altro che l'ennesima affermazione di un sistema medico centrico che nulla ha a che fare con la soddisfazione dei bisogni assistenziali del cittadino paziente, tanto meno con i principi di risparmio tanto decantati.

Una beffa insomma, tutto quello per cui eravamo pronti ad offrire collaborazione incondizionata si scioglieva al sole, come tutto quanto in questo anomalo dicembre 2015.

A peggiorare la situazione o per indorare la pillola (non sappiamo) si aggiungeva una notizia di cui si erano in effetti perse le tracce, relativa alla costruzione di un nuovo super ospedale in quel di Sassari. Ohhhhh meraviglia! E chi ci vuole lavorare sul territorio se mi fanno una hall come questa? (Leggi l'articolo). Andare al lavoro sembrerà come andare ogni giorno in vacanza e pazienza se l'Infermiere di Famiglia rimarrà carta straccia; saranno le famiglie intere a venire in questo bel nuovo ospedale, qui come ad Olbia nel mirabolante arabico Mater; amici e parenti potranno sorseggiare un drink mentre qualcuno (ma non sappiamo chi) si occuperà di sostituire il catetere vescicale del loro allettato congiunto ostruito da una settimana.

Ma la riforma? I risparmi? Quali gli ulteriori interventi per arrivare all'efficientamento della spesa e al miglioramento della qualità dei servizi resi?

Di questo tema nulla è dato sapere perché nessuno ha risposto alla semplice domanda di chi chiedeva proprio di conoscere il valore economico di ogni singolo intervento e il suo impatto sui bilanci. E chissà chi l'ha posta questa domanda.

Troppo slancio deve aver fatto perdere la bussola a qualcuno e così la regione ha dovuto porre rimedio in fretta a una dimenticanza che rischiava di far saltare per aria ogni buon proposito; una dimenticanza di diverse centinaia di milioni di euro che all'improvviso, almeno per i cittadini, ha fatto capolino dalle pieghe del bilancio. Così senza troppa enfasi e "tanta sofferenza (cit)" si è deciso che a pagare dovessero essere nuovamente i cittadini (quelli più abbienti si legge) che si sono trovati sotto l'albero un brutto regalo di Natale ovvero l'aumento delle aliquote Irap ed Irpef (Leggi l'articolo) per risanare la voragine.

Una brutta notizia che ha trovato ovviamente poco risalto se non nelle azioni delle opposizioni (Leggi l'articolo) ma che è stata subito dimenticata da una nuova ancora più eclatante notizia, una di quelle che ti dovrebbero far saltare sulla sedia per la portata riformatrice che avrebbe e per l'impatto economico presunto. Habeamus Asl Unica!! (Leggi l'articolo). Dice il Presidente della Regione Pigliaru "Rimettere ordine nei conti della sanità è tra le grandi sfide della legislatura: significa dare ai Sardi una sanità senza sprechi e con servizi di qualità, arrivando nello stesso tempo a liberare risorse per lo sviluppo, l’occupazione, l’istruzione. Per questo la Asl unica, che permette di esercitare la maggior capacità di controllo, rappresenta un primo passo importante nell’opera di semplificazione e razionalizzazione dell’organizzazione sanitaria. Abbiamo chiesto ai cittadini – ha detto Pigliaru – un sacrificio limitato nel tempo e solo a quelli che possono sopportarlo, ma abbiamo sentito anche il dovere immediato di rendere evidenti e trasparenti i nostri progetti per uscire dalle secche del disavanzo e offrire un servizio migliore ai sardi". In buona sostanza la chiave di volta, il colpo di genio, più semplicemente quello che veramente mancava al sistema per renderlo più efficace ed efficiente era la Asl unica o Asur che sarà governata da un “direttore generale” che entrerà in carica il 1° aprile 2016, ma sino al 1° luglio “assumerà le funzioni di commissario unico”, coadiuvato dai sub commissari delle Asl “che svolgeranno funzioni delegate” dallo stesso super dirigente. Sub commissari? Come sarebbe a dire? Cioè?

A questo punto però è arrivato capodanno e non c'è tempo di dare troppe spiegazioni delle ragioni della festa, si festeggia e basta, Si stappino le bottiglie e si butti dalla finestra la roba vecchia.

La roba vecchia….appunto

Buon Anno!

 

Andrea Tirotto