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Posti in piedi all'ospedale di Sassari

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 18/03/2016 vai ai commenti

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Posti in piedi all'ospedale di Sassari

 

Una famosa compagnia aerea, qualche tempo fa, lanciò l'idea di un sistema innovativo di sedute che consentisse di ottimizzare al massimo lo spazio disponibile della fusoliera, per consentire di ampliare la capacità di trasporto di passeggeri, mantenendo la flotta in servizio, elimindo qualche fila delle sedute tradizionali.

L'idea era quella di offrire un forte sconto a chi accettava di "rimanere in piedi", per voli della durata di un'oretta; niente di più né di meno di quello che accade spesso in metropolitana, sui bus e sui treni. Un forte sconto per viaggiare in aereo a prezzi da tramvai per tutta Italia, a fronte di un piccolo sacrificio fisico che qualcuno avrebbe anche potuto accettare e sostenere.

Al SS Annunziata di Sassari il problema delle barelle nei corridoi si sta facendo sempre più grave e serio e non si contano più gli interventi e gli articoli di giornale che denunciano il triste e sconcio fenomeno. Cominciamo a credere che qualche illuminato abbia avuto contatti con l'amministratore delegato della nota compagnia aerea per capire se questa genialata dei posti in piedi potesse essere in qualche modo mutuata anche nell'ospedale, per porre rimedio e soluzione definitiva all'atavica carenza di posti letto. La sperimentazione deve essere certamente in atto e l'altro ieri si è evidentemente raggiunto il culmine delle prove, considerato quanto accaduto nei reparti di geriatria e gastroenterologia (Leggi l'articolo); pare infatti che terminato lo spazio per stipare 13 pazienti in barella, altri due abbiano dovuto aspettare una mattinata in piedi per vedersi assegnato il loro posto letto....scusate, la loro barella.

Pare che l'esperimento abbia sortito effetti più che incoraggianti, posto che i pazienti in piedi hanno mestamente abdicato a qualsiasi forma di protesta mentre il personale di servizio correva da una parte all'altra in preda ad una sorta di stato di trance agonistica. Quel che non sappiamo è a quale forma di scontistica abbiano avuto accesso i nostri due pazienti: uno sconto su una terapia termale? Una visita specialistica intramoenia gratuita? Un pappagallo o una padella personalizzati con le proprie iniziali?

A parte gli scherzi e ci scusiamo per l'ironia, quel che sta accadendo a Sassari è qualcosa di mai visto prima. L'effetto diretto di una malagestione che comincia a manifestarsi in modo devastante e che è solo appena cominciato.

Ci permettiamo di dire questo con cognizione di causa perchè il problema non concerne solo la carenza di posti letto; la quantità di posti letto diventa carenza in un contesto dove l'ospedalizzazione rappresenta l'unica possibilità rimasta per ricorre alle cure. Il problema riguarda la totale mancanza di programmazione e gestione del territorio abbandonato da decenni, dove a fronte di numerosi interventi di razionalizzazione per il controllo della spesa, nulla si è fatto e nulla si è investito perchè fosse proprio il territorio il luogo di cura per eccellenza. Le conseguenze abbiamo appena cominciato a pagarle, posta la riforma della rete ospedaliera (Leggi) che taglia ulteriori posti letto. Non si vuole parlare di infermiere di famiglia, di ospedali a conduzione infermieristica, di assistenza domicialiare, di ospedalizzazione a domicilio.

Ed ecco che il tribunale per i diritti del malato (Leggi), dalla semplice osservazione dei conti, dei dati e della realtà, fotografa una situazione che mette molto bene in evidenza il fatto che il problema non è la spesa ma come si spende. E i 5 milioni di euro per comprare letti che non passano dagli ascensori, segnano l'esatta misura di quanta decadenza culturare e morale ci sia nella gestione della sanità in Sardegna. Gli ospedali sono della macchine mangiasoldi ed è chiaro che l'equazione posti letto-risparmi sia la più semplice da svolgere. I fatti però dimostrano che questa equazione da sola non riesce a dare il risultato atteso perchè è priva del vero fattore determinante, ossia l'nvestimento nella sanità territoriale che trasforma l'ospedale nell'ultima risorsa cui ricorrere esaurito tutto il ventaglio di possibilità e di opzioni cui un paziente potrebbe avere a disposizione prima.

E allora posti in piedi, o letti a castello e per il personale, paraocchi griffati che tanto nessuno ha voglia di denunciare niente e mettersi nei guai.

 

Andrea Tirotto