Le agende scoppiano, sospesi anche gli appuntamenti già prenotati.
Le agende scoppiano:
sospesi anche gli appuntamenti già prenotati.
Come se non bastasse il disastro denunciato da NurSind Sassari e le altre sigle (Leggi Qui), lo scandalo della carenza dei posti letto (Leggi Qui), delle barelle nei corridoi tenute insieme grazie alle abilità manuali del personale (Leggi Qui), assistiamo all'ennesima scandalosa conseguenza della riforma della rete ospedaliera (Leggi Qui) con particolare riferimento alla vergognosa situazione venutasi a creare con la cessione dell'ospedale civile di Sassari all'Azienda Ospedaliero universitaria (Leggi Qui).
Chiamateci cassandre, corvi del malaugurio o menagrami, ma tutto quanto le cronache riportano in questi giorni era stato ampiamente previsto in tempi non sospetti, ben antecedenti alla data del 01/01/2016 giorno del passaggio ufficiale dell'ospedale all'Aou. Tutto previsto perché nelle riunioni antecedenti, era parso molto chiaro che nulla fosse stato preparato come invece garantivano i commissari Asl e Aou perché personale e soprattutto utenza non se ne accorgessero nemmeno: "resterà tutto uguale non capiamo le vostre preoccupazioni, tutto rimarrà come prima, cambierà soltanto il vostro datore di lavoro nell'intestazione della busta paga; tutto è stato preparato con cura attraverso i tavoli di lavoro nei quali la vostra presenza non è utile". Erano più o meno queste le parole che venivano usate quando, capito che non vi era nessuna intenzione di rallentare il processo e di prepararlo invece per bene, le organizzazioni hanno cominciato abbandonato i tavoli della discussione posto il mancato accoglimento di tutte le proposte formulate. Ed infatti, il primo gennaio, puntuale come una sveglia, è scoppiato il caos totale. Un caos fatto di procedure completamente saltate in ogni ordine e grado funzionale alla struttura. Siamo arrivati al punto che certi presidi e certi farmaci i pazienti devono portarseli da casa, insieme ad una brandina comoda tra un po'. Il settore prenotazione per le visite specialistiche non è stato ovviamente immune da questa mala gestione e totale mancata pianificazione, così che non sorprende il caso odierno riportato dal quotidiano locale La Nuova Sardegna (Leggi Qui). Infatti la gestione degli esami prenotati prima del 31/12/2015 riferiti ad ambulatori e specialità dell'ospedale civile, erano in capo al Cup della Asl, mentre oggi, tutto è gestito dall'Aou in virtù dell'acquisizione del nosocomio cittadino all'azienda universitaria appunto. Chi aveva la responsabilità di occuparsi di questo fondamentale aspetto? In quale tra i famosi e fantomatici tavoli si sono discusse le procedure tecnico-operative per il passaggio delle agende? Insomma, oltre il povero signor Vittorio, ci sarà qualcun altro che pagherà di persona il disastro in cui ha condotto le prestazioni specialistiche e tutta la sanità cittadina più in generale?
Siamo certi che al signor Vittorio qualcuno avrà suggerito di prenotare un bell'esame a pagamento, magari all'interno della stessa azienda, praticato in intramoenia, quel regime di prestazioni aggiuntive che i medici fanno privatamente negli spazi pubblici dove si svolge normalmente l'attività istituzionale. Una fiorente attività quella dell'intramoenia, dove tutto quello che in regime pubblico non è possibile diventa miracolosamente rapido ed efficiente in cambio di pecunia sonante. Possono sorprendere allora gli ordini di servizio che costringono il personale che si occupa delle agende elettroniche a "trascurare" quelle pubbliche per implementare e costruire quelle private? Certo che non sorprendono perché è evidente che in qualche modo bisogna dare uno straccio di risposta e se gli amministratori e i dirigenti di ogni ordine e grado sono incapaci di organizzare e gestire anche solo uno sgabuzzino, figuriamoci un ospedale, allora meglio lasciare tutto in mano all'efficienza del privato che nel pubblico si organizza con grande vantaggio personale (nessun costo di gestione) in cambio di pochi spiccioli per l'azienda e il personale di supporto. Semplicemente vergognoso.
Trovare poi un aggettivo che qualifichi la proposta dei due commissari che ritengono il caos delle liste d'attesa risolvibile con l'introduzione delle classi di priorità, è davvero un esercizio improbabile. Come si può pensare che una indicazione di priorità sulla ricetta possa risolvere un caos come quello sassarese che deriva piuttosto da una totale assenza di pianificazione, organizzazione e strategica gestione, frutto di una cessione di ramo d'azienda frettoloso, mal pensato, mal preparato? Un fallimento annunciato come dimostrano i fatti e se pensiamo al prossimo passo che in questo contesto vedrà nascere tra pochi giorni l'azienda unica o Asur, un dinosauro organizzativo mastodontico, non riusciamo ad essere per niente fiduciosi.
E' una tristissima stagione quella che si sta vivendo a Sassari ma è pur vero che non si tratta di un problema cronico che ciclicamente manifesta i suoi sintomi, in questo caso si tratta di un tremendo scatto in avanti della malattia causato dalla totale incapacità ed imperizia di chi è stato messo ai posti di comando a gestire una fase così delicata. In tutto questo le vittime sacrificali sono il personale, i pazienti e gli utenti. Il personale costretto alla sopravvivenza al turno di lavoro con l'angoscia che finisca il più in fretta possibile e senza conseguenze; i pazienti nella rassegnata speranza che oltre il disagio di un diritto negato si arrivi comunque a guarigione; gli utenti che si affidano al fato sperando che un esame necessario fissato a mesi e mesi di distanza, non sia letto dal medico di base come una sentenza.
Andrea Tirotto