Urlare per rivendicare il diritto alle cure: accade a Sassari
I malati costretti a riunirsi in un comitato per far sentire la propria voce.
Siamo arrivati a questo. Non bastavano le proteste del personale che denunciavano il rischio salute dei pazienti da mesi e mesi, non bastava neppure la lettera di tutti i primari che addivenivano alle stesse conclusioni, non bastavano gli studi scientifici internazionali appositi come Rn4Cast (Leggi qui) promosso anche da NurSind in cui è scritto nero su bianco che se manca il personale la gente muore; non bastava tutto questo in regione per prendere atto della condotta fallimentare da parte dei commissari Asl e Aou chiamati a riunire in un solo grande ospedale le cliniche universitarie e il SS Annunziata di Sassari. Fallimentare perché al di là della condivisibile idea di creare un unico polo ospedaliero, tutto quello che doveva essere preparato con cura perché la semina fosse sicura e il raccolto abbondante, è stato invece preparato col lanciafiamme, approssimazione e totale incompetenza. O forse no, era tutto un piano ben architettato per cercare di mettere una pezza definitiva alle magagne economiche dell'azienda universitaria, mescolando un po' le carte e sperando che i rimorsi per le prestazioni prodotte nel SS Annunziata tamponassero un po' le falle. Non bastava tutto questo, no, ci voleva anche che l'anello debole della catena, i malati, fossero costretti addirittura a riunirsi in un comitato per tentare di avere voce e sperare di essere ascoltati; infatti, come se la malattia non bastasse, a questo deve aggiungersi il dramma del tempo che passa sapendo che alla prossima replicazione cellulare potresti rimanerci secco, visto che hai un tumore e sei in lista d'attesa perché te lo rimuovano. Ecco, è arrivato anche il comitato dei malati (Leggi qui) Ora non manca più nessuno, “solo non si vedono i due leocorni” recitava la strofa di un allegra canzoncina per bambini. Siamo proprio alle canzonette, forse vogliono costringere tutti a cantare e a suonare canzonette sperando che il naufragio sia meno spettacolare e noi operatori, noi pazienti, ci si senta meno impotenti innanzi alla morte nostra e della grande nave un po' come se fossimo sul ponte del Titanic ascoltando l'orchestra che stoicamente suona ancora uno struggente Forza Paris, forse.
Cos'altro debba accadere perché la rotta sia invertita non è dato sapere anche perché in regione sono troppo occupati a litigare su come spartirsi il potere nella nuova asl unica e di tutti gli artifici ad essa collegata, come se stabilirne la sede potesse in qualche modo cambiare una virgola del disastro in atto. Come se decidere tra Cagliari e Sassari possa in qualche misura cambiare le cose (Leggi qui).
E poco importa se molti li hanno votati, non era questo quello che ci si aspettava, non era questo il piano che avevano proposto ai loro elettori perché nessun buon padre di famiglia si metterebbe a progettare piramidi sapendo che la necessità è quella di una casa modesta ma pulita e adeguata alle esigenze e alle possibilità della propria famiglia.
Non resta che protestare, medici, infermieri, personale e pazienti tutti insieme con unica voce. Finché voce avremo, finché sarà ancora permesso in questo paese, finché non ci renderemo conto che “sparirebbero all'istante se se aprissimo gli occhi” (A. di B.)....se solo aprissimo gli occhi.
Andrea Tirotto
p.s.
Ne frattempo giunge fresca la notizia relativa alla conclusione del ciclo di assemblee del personale della Asl e dell'Aou di Sassari con l'ultima assemblea svolta all'ospedale di Ozieri, dove tutte le criticità sono state nuovamente esposte e dove ancora una volta, la mozione con la richiesta di dimissioni dei vertici aziendali è stata votata senza indugio.
Nella pagina della Segreteria NurSind Sassari si da' notizia dell'avvenuto invio della lettera a tutti gli organi competenti, lettera che potete leggere qui.