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La Sardegna ha il suo primo Direttore Generale della nuova unica Azienda Tutela Salute

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 23/09/2016 vai ai commenti

NurSind dal territorioSardegna

Il Presidente Francesco Pigliaru“Annuntio vobis gaudium magnum

habemus Manager:

Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum,

Sardegnae Regionalis Tutelae Salutis Azienda General Director

qui sibi nomen imposuit Megagalatticus Flavio Moirano”

 

Per sdrammatizzare un po', ci piace immaginare che la notizia sia stata data in questi termini dal presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, perché proprio come un conclave o comunque qualcosa che gli assomiglia molto, mai nomina fu più travagliata, proprio alla stregua di quella di un papa. E di fumate nere ce ne sono state parecchie, alcune particolarmente tossiche, frutto del bruciare non solo dei nomi che di volta in volta venivano immolati, quanto degli stracci che volavano in maggioranza, a riprova di tutti gli equilibri che questa amministrazione deve tenere in considerazione per impedire al castello di sabbia di crollare.

Posto che nessuno sia mai riuscito a spiegare le ragioni di un provvedimento di tale portata (Leggi), proviamo a fare un po' d'ordine.

Già un primo stop aveva cominciato a scaldare gli animi (Leggi) con uno slittamento del provvedimento. Poi alle 20:38 del 27 luglio il consiglio regionale approva la nascita dell'azienda unica o ATS Azienda Tutela Salute (Leggi). Poche ore dopo già si alimentava il toto nomi relativamente a chi sarebbe stato il primo direttore generale. Il tutto con un corollario di 36 manager da nominare, o confermare per la fase transitoria e di messa a regime prevista per il 1 gennaio 2017 e per cui tanto ci sarà ancora da litigare e discutere.

Sembrava tutto pronto alla vigilia del primo settembre, data prevista per la nomina ma tutto ha rischiato di far saltare l'intera maggioranza impegnata in una guerra fratricida per la spartizione delle poltrone i cui effetti sono ancora da valutare e che ha abbracciato poltrone di ambiti ulteriori rispetto a quelle sanitarie e promesse di rimpasti, nella più che consolidata italica tradizione da cui la Sardegna non riesce ovviamente ad affrancarsi.

Zavattaro il primo a saltare con sonora bocciatura di più di mezza giunta (Leggi). Per 19 giorni si è assistito ad uno spettacolo indegno dove l'unica cosa che si palesava agli occhi dei cittadini era l'oscena lotta per il potere combattuta sopra la testa dei malati sardi. Poi è stata la volta del fronte del manager di casa che a un tratto sembrava aver raccolto tutto il consenso necessario con la convergenza su Giorgio Sorrentino (Leggi), fino allo sviluppo di questa sera che mette al sicuro l'assessore alla sanità Luigi Arru ma apre evidentemente una enorme partita relativa a tutte le altre nomine che dovranno essere fatte e che saranno manifesto palese del solo appetito politico, più che della reale esigenza di dare alla sanità di quest'isola un futuro certo.

Il manager venuto da fuori, quello con un curriculum tale che non può avere obbiezioni, quello slegato dalla politica a che quindi avrebbe le mani libere. Come questa teoria possa anche essere solo pensata è un mistero inspiegabile considerato che anche le nomine del direttore sanitario e amministrativo sarebbero già state spartite e tolte all'autonomia del Direttore Generale così come norma reciterebbe. Come ancora più inspiegabile, in effetti fino a un certo punto, è la descrizione che si propone dei risultati professionali raggiunti in Piemonte da Moirano:

“il Messi della riorganizzazione ospedaliera”;

“il manager che ha messo in ordine i conti delle Asl riportando il segno positivo ai bilanci”;

“il migliore dei fuoriclasse”;

“Moirano, in Piemonte, ha azzerato il passivo degli ospedali”.

Flavio MoiranoTutte frasi che sono state riportate dalla stampa locale come buone senza che nessuno si sia apparentemente preso la briga di andare a controllare qualche dato che ne attestasse l'attendibilità.

Moirano è stato nominato direttore generale dell'assessorato sanità Piemonte nel luglio del 2014; la regione è sotto piano di rientro e per recuperare il deficit è fortemente impegnata in un'azione ovvia di tagli che nonostante tutto, ad ottobre 2015, hanno fatto certificare alla corte dei conti un deficit di 5,75 mld. (Leggi).

Ci sentiamo quindi di consigliare prudenza nella valutazione di azioni e meriti presunti realizzati in contesti totalmente differenti. Non c'è nulla che accomuni la regione Piemonte alla Sardegna tranne che sono entrambe governate dal Partito Democratico e che le regione Sardegna sia cliente affezionata considerato il precedente di Nerina Dirindin.

Facciamo comunque gli auguri al nuovo direttore (Leggi), consci che la sfida che lo attende sarà difficile e gravosa ma altrettanto certi che se avrà l'umiltà di ascoltare le proposte del corpo sanitario ed infermieristico in particolar modo, potrebbe essere certamente meno dolorosa.

 

Andrea Tirotto