Oristano, inchiesta concorsi: infermiere iscritto nel registro degli indagati per corruzione e falso
Sembrerebbe il reato non consista nel passaggio di denaro, ma in una vera e propria compravendita di voti. E se l'inchiesta ha per ora un solo indagato, c'è da chiedersi chi non abbia rispettato il patto, posto che l'aspirante consigliere comunale indagato, infermiere, anch'egli come quelli cui avrebbe venduto il voto in cambio di assunzioni temporanee interinali alla Assl di Oristano, ha preso soltanto due preferenze alle scorse amministrative.
Come recita un vecchio adagio: “chi ha avuto ha avuto chi ha dato ha dato”. E così, la procedura di chiamata diretta interinale è andata avanti finché si è potuto, almeno fino a quando bandire un concorso non era più rimandabile; chi quel concorso doveva passarlo, ha potuto contare sull'aiutino arrivato in cambio di una riconoscenza che si sarebbe dovuta espletare con un'altra bella x. Non una x da apporre su qualche domanda dell'ennesimo test ma questa volta, sulla scheda elettorale accanto al nome di chi, non è dato sapere. Almeno questa sarebbe la teoria sulla quale la procura di Oristano starebbe fondando le proprie indagini. Certo è che il Manai, era candidato alle scorse amministrative di Oristano tra le fila del Partito dei Sardi, all'interno del quale occupa un posto nel coordinamento di Oristano. Indagini che al momento hanno iscritto nel registro un solo indagato: Salvatore Manai, infermiere e coordinatore della sala Operatoria dell'ospedale San Martino di Oristano. Il bottino di soli 22 voti, che ovviamente non hanno permesso al Manai l'elezione a consigliare comunale, lascia perplessi relativamente al reato di voto di scambio che lo stesso avrebbe consumato per aver garantito l'assunzione di qualcuno. Insomma, il posto fisso meriterebbe ben altra riconoscenza a meno che il destinatario del beneficio non fosse lui ed allora, bisogna attendere il proseguo delle indagini per capire se l'infermiere di Oristano sia solo un pesce piccolo, un capro espiatorio e se nel registro degli indagati finiranno altri, magari di un peso più rilevante. In quest'ottica andrebbe letta la testimonianza resa dal Governatore di Regione Sardegna Pigliaru, chiamato dagli inquirenti a testimoniare come persona informata sui fatti. Il governatore della regione e l'infermiere di sala operatoria, due estremi, l'uno chiamato a testimoniare, l'altro inquisito: paradossale che in mezzo non ci sia altro ed altri. Vedremo.
La tesi inquisitoria sarebbe suffragata da una certa corrispondenza tra la provenienza territoriale dello stesso Manai e gli infermieri dapprima interinali, poi vincitori di un concorso di recente espletamento che tante polemiche ha suscitato. Si indaga anche sulla pratica per l'assunzione diretta di altre figure nonostante la presenza di graduatorie concorsuali attive. Un metodo questo per la definizione di organici “di fiducia”per così dire. Intanto, una lunga perquisizione ha visto gli inquirenti portarsi via faldoni di documentazione nonché il pc e il cellulare del povero unico indagato.
Vero è che con delibera 742 del 15 novembre 2016, designato dal Collegio di Direzione, Salvatore Manai veniva nominato titolare nella commissione esaminatrice per il concorso a 20 posti da Collaboratore Professionale Sanitario Infermiere, conclusosi tra mille polemiche come dicevamo.
I resoconti che i partecipanti hanno fatto relativamente a quella procedura concorsuale, soprattutto in merito alle prove di preselezione che si sarebbero svolte tra mille irregolarità, lasciano perplessi e basiti. La prima era che in tanti avevano il telefono all'interno della sede di concorso. Altra anomalia riguarda il fatto che le copie del test non sarebbero state consegnate in un plico chiuso ad ogni concorrente ma di volta in volta, fatte dal personale della sorveglianza e stampate da un pc. Sembrerebbe che ci sia stata una sorta di estrazione tra tre buste contenenti probabilmente i test ma poi, la stampa del test consegnato, sarebbe avvenuta direttamente da un pc. Non è dato quindi sapere se ciò che è stato stampato corrispondesse veramente a quanto contenuto nella busta estratta e questo darebbe credito alla teoria secondo la quale in una copisteria non meglio identificata, sarebbe stata a disposizione una copia di un plico test che a richiesta, veniva stampato solo per la parte riservata a 90 ben precise domande, già prima della selezione. Un fatto che se confermato, sarebbe di una gravità inaudita e darebbe sostanza a tutto l'impianto accusatorio.
Le indagini si sono svolte per mesi e pare lecito aspettarsi sviluppi di più ampio respiro per una vicenda che se confermata, dimostra ancora una volta come la pratica dell'allevamento della clientela può avvenire in qualsiasi contesto, secondo procedure e schemi neanche troppo originali. Una pratica maledetta quella dei concorsi in Sardegna anche alla luce di quanto accaduto a Nuoro. Due vicende che non fanno altro che suffragare i dubbi sulla reale efficacia della pratica di selezione attraverso lo strumento del concorso pubblico, sollevata nell'editoriale di qualche giorno fa.
Andrea Tirotto
in copertina: Ospedale San Marcellino Oristano