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Covid. Tornano tachipirina e vigile attesa. Consiglio di Stato boccia TAR

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 26/04/2021 vai ai commenti

AttualitàCoronavirusGoverno

La natura dell’atto impugnato porta ad escludere l’esistenza di profili di pregiudizio dotati dell’attributo della irreparabilitaÌ€, dal momento che la nota AIFA non pregiudica l’autonomia dei medici nella prescrizione, in scienza e coscienza, della terapia ritenuta piuÌ€ opportuna, laddove la sua sospensione fino alla definizione del giudizio di merito determina al contrario il venir meno di linee guida, fondate su evidenze scientifiche documentate in giudizio, tali da fornire un ausilio (ancorché non vincolante) a tale spazio di autonomia prescrittiva, comunque garantito)”.

E’ quanto stabilito dall’ordinanza del Consiglio si Stato che boccia quanto sentenziato dal Tar Lazio lo scorso marzo - Sentenza Consiglio di Stato 

Ad intraprendere un’azione legale contro l’AIFA ed il Ministero della Salute, erano stati i medici che fanno parte del “Comitato Cura Domiciliare Covid 19”, fondato dall’avvocato Erich Grimaldi di cui è anche presidente, rivendicando il diritto/dovere di prescrivere i farmaci che essi ritenessero più opportuni secondo scienza e coscienza, senza dover seguire un protocollo determinato.

Nel mirino dei medici di famiglia, la prescrizione della Tachipirina e della vigile attesa, principi cardine delle cure domiciliari raccomandate dalla nota AIFA del 9 dicembre 2020 “principi di gestione dei casi Covid-19 nel setting domiciliare”.

(Per approfondire clicca qui)

 

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale accoglie l'appello AIFA e, per l'effetto, in riforma dell'ordinanza impugnata, respinge l'istanza cautelare proposta in primo  grado, bocciando l’ordinanza del TAR.

A questo punto bisognerà attendere il 20 luglio data in cui è previsto presso il Tar il giudizio di merito sulle linee guida, che ad oggi sono di nuovo in vigore, in attesa di un nuovo protocollo in dirittura di arrivo- Covid. Cambiano ancora le cure domiciliari. Ecco le novità