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L' Umbria verso la privatizzazione dell’assistenza domiciliare integrata? NurSind chiede chiarimenti

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La Redazione
Pubblicato il: 19/07/2024 vai ai commenti

NurSind dal territorioUmbria

Perugia, 18 luglio 2024 – NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche, ha ufficialmente richiesto un incontro con la Direzione Regionale Sanità dell'Umbria per discutere la Delibera n° 537 del 5 giugno 2024. La delibera riguarda l'intesa con le organizzazioni rappresentative a livello regionale per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) - Missione 6 - Componente 1 - Investimento 1.2.1, focalizzato sull'assistenza domiciliare integrata (ADI).

Secondo quanto riportato nel documento, sembra che la delibera preveda l'apertura a soggetti erogatori privati per "l'implementazione delle cure domiciliari in Umbria a valere sulle risorse PNRR, da realizzare con un percorso partecipato e condiviso di co-progettazione". Il progetto, proposto alla Regione Umbria dagli stessi soggetti privati, prevede uno stanziamento di €41.311.187,00 per ottenere un servizio regionale di ADI, con tanto di tariffazione prestazionale identificata.

"Se quanto rilevato corrisponde alla sostanza del provvedimento in delibera," afferma Marco Erozzardi, segretario regionale NurSind Umbria, "chiediamo chiarimenti urgenti in relazione alle seguenti questioni: quale è il modello organizzativo di Assistenza Territoriale che la Regione Umbria intende mettere a disposizione degli utenti nei prossimi anni? Qual è il destino delle decine di Infermieri di Famiglia e Comunità che sono in seno alle due Asl regionali ma che al momento vengono solo utilizzati come infermieri ADI, dopo aver chiesto (e a loro spese) di acquisire titoli e competenze come IFeC?"

Erozzardi prosegue: "Qual è il destino delle decine di Infermieri ADI che sono in seno alle due Asl regionali e che fino ad oggi si sono spesi, formati sulle attività ADI? Come verrà valorizzata la loro competenza professionale acquisita nel tempo, sia a spese proprie che mediante risorse pubbliche appositamente stanziate? Quali sono le prestazioni nel dettaglio che il privato potrà garantire in convenzione/appalto ai cittadini umbri? Quali sono le garanzie che i soggetti erogatori dei servizi ADI, una volta entrati nelle case dei cittadini umbri, non utilizzino tale opportunità per vendere prodotti/servizi agli utenti, come già accade in altre regioni?"

NurSind è fermamente convinto che l'ADI e tutta la sanità territoriale debbano rimanere sotto la gestione delle due Asl regionali. "I servizi garantiti dagli infermieri della sanità territoriale debbano essere rafforzati attraverso il potenziamento delle piante organiche e l'utilizzo ottimale degli IFeC, come previsto dal DL 34/2020, art.1 commi 4, 5, 7, 10 e 11, lasciando fuori da questo ambito assistenziale i soggetti privati, i quali, dal nostro punto di vista, avranno il solo ed esclusivo interesse di far cassa attraverso finanziamenti pubblici e la vendita di ulteriori servizi ai cittadini con i quali verranno a contatto," aggiunge Erozzardi.

La posizione di NurSind è chiara: "La privatizzazione selvaggia della sanità pubblica regionale, attraverso l'accreditamento di gruppi di privati per l'erogazione di prestazioni e servizi, è lontana dai principi sanciti dalla Costituzione e dalla Legge 833/78. NurSind lotta da sempre per il mantenimento ed il rafforzamento del SSN e SSR," conclude Erozzardi.