Pagateci bene e torniamo pure a rifare i letti! Per gli infermieri è solo questione di stipendio?
“I soldi, poche chiacchiere!”
“Pagate i professionisti come si deve!”
“Lo stipendio è il problema!”
E via discorrendo con commenti di questo tenore al Punto di Vista che abbiamo pubblicato ieri.
I colleghi che evidentemente hanno avuto la bontà di leggere il pezzo, hanno risposto con questo genere di commenti, restituendo un’impressione collettiva che fa del salario la vera questione da risolvere. Insomma, nessuno si è posto il problema di come fare la mattina dopo a somministrare gli antibiotici a tutti i pazienti della propria corsia contemporaneamente.
Tutta la frustrazione, la fatica, l’umiliazione, il prestigio sociale pari a quello di un sorcio e financo le botte, avrebbero una ed una sola cura: un aumento di stipendio.
Chi se ne frega di tutto se mi pagano come si deve…..come si deve. E a quanto dovrebbe ammontare questo “come si deve” per ristorare un turno di riposo saltato? Quanto per una reperibilità oltre le “sette”? Quanto per le ferie negate? Quanto per un rientro anticipato dalle stesse? E vediamo, quanto dovremmo prendere per rendere sopportabile la subalternità in pratica a chiunque? Quanto vale il risultato del contapassi a fine turno che ci mette sulla via per partecipare alla maratona di New York? Quanto dovremmo guadagnare per sopportare l’umiliazione di una nuova elevazione ad eroi e conseguente smaltimento nell’umido?
Continuo?
In effetti c’è un gran fondo di verità riguardo questa recriminazione, d'altronde senza togliere niente a nessuno, è comprensibile se ti girano i cateteri a elica leggendo quanto guadagna un autista a servizio di una presidenza regionale; si può certo solidarizzare con quanti decidono di abbandonare la professione per adeguamenti inferiori all’inflazione; e se a scassarti le siringhe ci si mette pure la federazione degli ordini che nei suoi studi omette di indicare lo stipendio come prima causa di abbandono della professione, c’è da capire tutto il filone di commenti.
Ok, ok va bene il problema è lo stipendio chi se ne frega del resto, se ci pagano come si deve possiamo anche tornare a rifare il letto del medico di guardia. E a quanto corrisponderebbe questo “come si deve”? Se aprissimo una discussione, un sondaggio, non so nemmeno quali dovrebbero essere le cifre da mettere a confronto perché ogni cifra forse sarebbe inadeguata se non messa in relazione al costo della vita in Italia e quindi all’inflazione.
A riguardo, l’istat ha certificato che dal 2013 al 2023 il potere d’acquisto dei salari lordi dei lavoratori dipendenti è diminuito del 4,5%, tra gennaio 2021 e dicembre 2023 i prezzi al consumo sono complessivamente aumentati del 17,3%; in questo contesto, la proposta avanzata da ARAN prevede un aumento dello stipendio tabellare del 7% uguale per tutte le aree (135 euro lordi mensili per l’area dei professionisti sanitarie funzionari) a partire da gennaio 2024. La differenza tra quanto già in busta paga oggi (l’anticipo dell’IVC) e lo stipendio base a regime varia tra i 57 euro lordi mensili di un ex D0 e i 41 euro lordi mensili per un ex D6.
Insomma nonostante altre possibili risorse e proposte innovative (Bottega NurSind) come quella di detassare alcune voci accessorie. Il recupero di quanto perso in questi 10 anni è ben lontano dall’essere raggiunto: ci vorrebbe il triplo delle risorse. E dove li prendiamo questi soldi? La butto la: difesa?
Insomma ragazzi, non si può, siamo un paese con le pezze al sedere capace di trovare soldi per molti ma non per tutti: il sogno di guadagnare 2500€ (ci bastano?) tale rimane.
Ma soprattutto e questa è la riflessione che tentavo di proporre, qualsiasi cifra dovessimo spuntare, quegli antibiotici, tutti alla stessa ora saremmo comunque chiamati a somministrarli e davvero, poco sarebbe cambiato rispetto al sostanziale fallimento della professione e della categoria che oggi più di ieri deve fare un salto di qualità, nonostante il ritardo trentennale accumulato dall’abolizione del mansionario, impegnandosi e pretendendo una discussione seria sull’organizzazione del lavoro, una chiave questa che intanto, servirebbe a maturare prestigio…..almeno quello, altrimenti potremmo sempre decidere di vendere il corpo ad usi scientifici, che almeno da morti varremmo qualcosa?
Andrea Tirotto