Cade in pausa pranzo, ma l’Inail nega l’infortunio: NurSind e Epaca fanno giustizia
Un’infermiera piacentina è caduta e si è gravemente fratturata una mano mentre si recava in mensa durante la pausa pranzo. Il caso, all’apparenza banale, ha assunto contorni ben più complessi quando l’evento è stato inizialmente classificato non come infortunio sul lavoro, ma come malattia comune. Una differenza tutt’altro che secondaria: le conseguenze economiche e previdenziali cambiano radicalmente a seconda della classificazione.
A cambiare il destino della lavoratrice è stato l’intervento congiunto del patronato Epaca di Coldiretti Piacenza e del sindacato NurSind, che hanno ottenuto il riconoscimento dell'infortunio da parte dell’Inail. Un risultato che mette in luce il ruolo decisivo delle strutture di tutela, soprattutto in ambito sanitario, dove i confini tra infortunio e malattia non sono sempre chiari – e dove il rischio di un’interpretazione sfavorevole può ricadere interamente sul lavoratore.
Riccardo Piras, responsabile di Epaca, spiega che questi casi non sono affatto rari: “Capita spesso che l’Inail disconosca l’evento e lo trasmetta all’Inps. Qui si inserisce il nostro lavoro: seguire i ricorsi, documentare in modo preciso i fatti e garantire che i diritti del lavoratore siano rispettati. Una classificazione sbagliata può compromettere non solo il presente ma anche il futuro, specie in presenza di postumi”.
L’Inail, infatti, oltre a fornire un’indennità per il periodo di inattività, può riconoscere danni permanenti e concedere ulteriori prestazioni economiche, fino a una rendita nei casi più gravi. Senza il riconoscimento formale dell’infortunio, tutto questo viene meno.
Decisivo, in questa vicenda, anche il ruolo di NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche. Renata Tommasi, segretaria provinciale, ha sottolineato come l’assistenza continua fornita da Epaca ai propri iscritti sia “una risorsa preziosa che rafforza l’impegno di NurSind nella difesa dei diritti contrattuali, organizzativi ed economici degli infermieri”.
Questo episodio conferma la necessità di un presidio sindacale e legale forte, capace di intervenire non solo a livello contrattuale, ma anche nella tutela quotidiana dei lavoratori della sanità. In un momento storico in cui si chiede sempre di più al personale sanitario, il riconoscimento dei loro diritti non può passare in secondo piano.
Con il recente potenziamento del centro medico legale Inail di Piacenza e l’arrivo del nuovo primario, i tempi di risposta dell’Istituto si sono accorciati, come ha evidenziato ancora Piras. Ma la vera notizia è che oggi, grazie a una sinergia efficace tra sindacato e patronato, un’ingiustizia è stata corretta. E questo, per chi ogni giorno lavora per la salute degli altri, non può che essere un segnale importante.