Marcella Gostinelli, Infermiera Dirigente Sanitario, risponde alle “Dieci Domandeâ€
Marcella Gostinelli, Infermiera Dirigente Sanitario, risponde alle “Dieci Domande”
Pensare la nostra professione per la nostra professione: DIECI DOMANDE AGLI INFERMIERI
Progetto InfermieristicaMente - NurSind
a cura di Chiara D'Angelo
Risponde MARCELLA GOSTINELLI, Infermiere Dirigente sanitario
- Quali sono per te i problemi più rilevanti che oggi hanno gli infermieri
La dirigenza aziendale inesistente ed opportunista. L’abbandono degli infermieri di linea da parte della dirigenza che si “è venduta”, intellettualmente, alle direzioni sanitarie e agli amministratori delegati di turno. L’incompetenza strategica dei dirigenti aziendali, la mancanza di potere personale interno dei dirigenti, il mancato controllo da parte dei dirigenti aziendali sugli output ed out come professionali infermieristici. Il potere relazionale di chi conta su chi non conta e non conterà mai. La tracotanza di potere dei soliti sui soliti inesistenti. La mancata dirigenza clinica. La mancata stratificazione delle competenze e diversificazione dei ruoli. La solitudine degli infermieri, ancora troppi infermieri ignoranti la maggior parte dei saperi. La poca autorevolezza sociale, politica-culturale. La mancanza di libertà di pensiero e di espressione.
- Come risolvere questi problemi, cioè con quali idee, proposte e progetti
Occorre coraggio, senza paura di essere fatti fuori dal sistema osare di pensare e di dire quello che fa male all’infermiere singolo ed alla collettività infermieristica. Creare una massa critica che orienti, guidi, indirizzi. Scrivere una lettera aperta a chi ha le redini e finora ha agito indisturbato. Smettere di pagare la quota ai Collegi che non rispondono mai alle critiche e fanno il giochino sporco. Il gruppo di massa critica proponga un progettualità aperta evolutiva, significativa una vera riforma
- Quali soluzioni organizzative si dovrebbero adottare per mettere in campo una qualche azione collettiva
Prima di ogni altra cosa prendere contatti con chi si è mostrato favorevole ed affine alla logica riformatrice Cavicchiana. Contattarli. Fare delle consensus meeting, poi una consensus conference (o stati generali) preparati, documentati indipendenti dalla attuale dirigenza , poi condivisi e se non condivisi agire come massa critica riformatrice autonoma.
- Quali iniziative collettive si renderebbero necessarie
Consensus meeting, ripetute, ripetute per aiutare a venire chi ha paura, sollecitare. Scrivere , smettere di tacere, disobbedire
- “Unità, Progetto, Politica” per te cosa significano
Unità, non separazione, non dualità significa riconoscere che siamo uno schermo sempre presente dove sopra ogni spesso passano immagini che non sono te ma appartengono a te e una volta riconosciuto questo capire, prendere atto che le immagini possono cambiare, possono non piacerti ma l’esperienza è fatta non solo di immagini ma anche di schermo, l’esperienza è te, l’esperienza non è quella che fai solo con le immagini ma anche con lo schermo e quando non senti più la separazione fra schermo e immagini quella sei te, quella è unità, presenza, felicità e amore professionale. Progetto significa riformare, da una concept idea i contro fattuali ed i condizionali da predefinire e poi agire, cambiare con fermezza e determinazione. Cambiare significa rivedere noi, le organizzazioni e tutta la questione medica senza contrapposizioni senza paure di perdere qualcosa, con consapevolezza presente e attenta coevolvere.
Politica per me significa programmazone di policy, significa profondità, liberalità. Non posso accontentarmi di un sito, di un portale, di più tecniche quando ho più della metà di una professione inespressa.
- Cosa pensi della proposta di organizzare gli Stati Generali degli Infermieri
Penso facciamoli, penso tutto il bene possibile ma come espressione già di una riforma e quindi non autoreferenziali, non condotti dai soliti non senza gli insoliti. Dobbiamo saperli governare e non aver paura se dovessero essere governati da chi non è infermiere, d’altra parte non vedo illuminati nella via di Damasco.
- Cosa si dovrebbe fare per prepararli adeguatamente
Farli curare da chi ha capito cosa serve e come fare perché siano espressione già di una riforma culturale e poi fattiva e coerente
- Sintetizza in tre parole quello che chiederesti ai Collegi
Chiederei di smetterla con l’omertà, i giochetti dico non dico e di passare la mano a chi sa cosa vuole e non ne può più. Direi basta tutelare chi dovrebbe vergognarsi della propria inadeguatezza e non serietà.
- Sintetizza in tre parole quello che chiederesti ai Sindacati
Chiedo a Nursind, l’unico sindacato serio, attento, presente e coerente e preparato di aiutarci. A tutti gli altri, con qualche eccezione, di levarsi di torno, di riconoscere di aver sostenuto l’ignoranza, l’arroganza il potere relazionale e di aver abbandonato gli infermieri in mezzo al guado
10. Mi descrivi succintamente la tua idea di infermiere del terzo millennio
Un infermiere che forse ha cambiato nome perché si è accorto che non cura più l’infermo. Un infermiere con un suo linguaggio rappresentativo di pratiche sociali e rispondente alla nozione di asseribilità e non solo di verità. Un infermiere liberale, generoso e che divulga il suo essere infermiere con l’unità dell’essere infermiere e dunque etico, serio e lucido. Un infermiere che governa l’assistenza domiciliare, ospedaliera dove di pertinenza, e di comunità senza più essere più responsabili che autonomi. Un infermiere che viene valutato per i suoi risultati e che per questo viene pagato oltre il suo compenso base. Un infermiere che senza dover pagare il fico viene intervistato come libero professionista liberale rappresentativo del malato e della sua professione. Un infermiere libero
Desidero ringraziarti senza fine per questo impegno intelligente che stai portando avanti e che mi onora e mi rallegra rendendomi speranzosa.
Grazie a te, grazie al Prof. Cavicchi che mi rappresenta molto meglio di chi è infermiere.
Con affezione sincera
Marcella Gostinelli
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