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NurSind denuncia l’emergenza sicurezza: aumentano i TSO e le aggressioni negli ospedali di Ivrea

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 24/02/2025

NurSind dal territorioPiemonte

 

IVREA – I trattamenti sanitari obbligatori (TSO) sono in aumento e rappresentano il sintomo di un disagio sociale sempre più diffuso. Se in passato il ricorso a queste procedure riguardava principalmente pazienti psichiatrici, oggi il fenomeno coinvolge giovani vittime di allucinazioni da droghe sintetiche, persone che hanno perso lavoro e casa, o individui in condizioni di marginalità sociale che precipitano in situazioni critiche. Un fenomeno che ha subito un’accelerazione dopo la pandemia di Covid-19 e che ha portato a un aumento dei casi di violenza nei pronto soccorso.

A lanciare l’allarme è Giuseppe Summa, segretario territoriale NurSind Torino, che ha chiesto l’istituzione di un tavolo sulla sicurezza con la partecipazione dei sindaci dell’ASL/TO4. La richiesta, che si inserisce in un contesto di crescente tensione nei presidi sanitari, potrebbe trovare risposta dopo il Carnevale.

Numeri in crescita e implicazioni sociali

Nel 2024, dei 298 pazienti ricoverati in Psichiatria a Ivrea, il Dipartimento di Salute Mentale ha disposto 24 TSO. Tuttavia, considerando i rinnovi superiori ai sette giorni necessari per trattamenti più lunghi, il numero complessivo sale a 84 nell’arco di 12 mesi.

Il deterioramento del tessuto sociale e la riduzione dei servizi di salute mentale hanno contribuito a un aumento degli accessi al pronto soccorso per episodi acuti di disagio. La carenza di personale è un problema grave: al Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Ivrea operano solo quattro operatori socio-sanitari (OSS), 12 infermieri e due medici fissi, con il supporto di altri specialisti a rotazione. Secondo Giuseppe Summa, il depauperamento delle risorse economiche e professionali ha reso più difficile la gestione delle fragilità. “I servizi sono stati impoveriti e questo porta inevitabilmente a un aumento dei casi acuti e dei TSO”, afferma Summa. “Non sorprende quindi il numero crescente di aggressioni al personale sanitario”.

Violenze e insicurezza nei presidi sanitari

Solo a gennaio, il pronto soccorso di Ivrea ha registrato due aggressioni nel giro di 24 ore. Il 19 gennaio, un uomo con problemi psichiatrici e abuso di sostanze ha danneggiato la struttura, costringendo la polizia a intervenire. Il giorno successivo, una donna in stato di alterazione ha minacciato un’infermiera, ferendole una mano. Episodi che, secondo Summa, dimostrano l’urgenza di adottare misure di sicurezza più efficaci.

Di fronte a questa emergenza sanitaria e sociale, le istituzioni e le organizzazioni sindacali chiedono un intervento immediato. La convocazione del tavolo sulla sicurezza, sollecitata da NurSind, potrebbe essere un primo passo per affrontare il problema delle aggressioni negli ospedali. Ma resta il nodo più grande: senza investimenti strutturali nella salute mentale e nel supporto sociale, il numero dei TSO e degli episodi critici rischia di continuare a crescere, lasciando il personale sanitario in prima linea a gestire un disagio sempre più diffuso e complesso.