Non comunicano condizioni paziente al medico, infermieri condannati
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Rientra nel proprium dell’infermiere l’obbligo di controllare il decorso della convalescenza del paziente, sì da poter porre le condizioni per un tempestivo intervento del medico.
È quanto afferma la Cassazione sezione penale con la sentenza n.24573/2011. La vicenda riguarda un paziente ricoverato alle 6.05 in pronto soccorso a seguito di un incidente stradale che gli aveva procurato un politrauma con frattura esposta alla gamba. Dalle 11.30 alle 12.30 subiva un intervento chirurgico per la riduzione della frattura per poi rientrare in reparto. Nella fase postoperatoria la moglie del paziente aveva più volte sollecitato l’intervento degli infermieri in seguito alle condizioni del marito che accusava stimolo al vomito, intensa sudorazione e sanguinamento. Le doglianze della moglie e di altri parenti che si erano avvicendati erano rimaste inascoltate fino alle 21.40 dello stesso giorno, quando un medico del pronto soccorso aveva rilevato la gravità della situazione. Il paziente veniva trasferito in un ospedale vicino, operato per il drenaggio dell’ematoma fronto- temporale, ricoverato in rianimazione, dove moriva quattro giorni dopo.
Al di là della posizione dei medici coinvolti, agli infermieri veniva addebitata la colpa di non essersi attivati, ignorando le richieste di aiuto, e di non aver richiesto il tempestivo intervento di un medico, condannando a morte certa il paziente.
Sugli infermieri grava l’obbligo di valutare e percepire le sintomatologie dei pazienti, in linea con l’operare valutazioni in autonomia in ordine alla verifica della compatibilità del quadro clinico del paziente con la necessità di un pronto intervento del medico.
Sempre all’interno dello stesso contesto l’infermiere deve attivarsi per impedire qualsiasi evento lesivo della salute del paziente.
È il caso che riguarda un uomo che cadeva in strada e batteva violentemente la testa. Veniva trasportato al pronto soccorso in stato di incoscienza. Qui l’infermiere che lo prendeva in consegna, ravvisava tracce di vomito e deducendo potesse essere un ubriaco, senza rispettare l’indicazione del medico, di chiamare l’internista, lasciava che fosse trasferito in sala d’aspetto, rimanendo privo di assistenza fino all’exitus. Il paziente moriva a causa di un ematoma extracerebrale. Gli infermieri, vengono ritenuti dai giudici della Cassazione, colpevoli della morte del paziente, a causa della loro condotta omissiva.
Gli infermieri infatti detengono una posizione di garanzia nei confronti del paziente, al quale devono assicurare le migliori condizioni di sicurezza, prestare soccorso e garantire l’assistenza necessaria.
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