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La crisi dell'AST di Ascoli Piceno: un sistema sanitario al collasso

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La Redazione
Pubblicato il: 08/07/2024 vai ai commenti

MarcheNurSind dal territorio

Negli ultimi anni, il sistema sanitario italiano ha affrontato numerose sfide, ma poche aree hanno vissuto una crisi paragonabile a quella dell'Area Sanitaria Territoriale (AST) di Ascoli Piceno. La situazione è diventata così grave che molti si chiedono se l'AST sarà ancora in grado di garantire cure gratuite a tutti i cittadini, come stabilito dall'articolo 32 della Costituzione.

 

La Sostenibilità del Sistema Sanitario

Il sistema sanitario italiano è fondato sull'articolo 32 della Costituzione, che tutela la salute come diritto fondamentale e garantisce cure gratuite agli indigenti. Tuttavia, la sostenibilità di questo modello è sempre più messa in discussione. Maurizio Pelosi, segretario territoriale del NurSind di Ascoli Piceno, esprime profonde preoccupazioni riguardo al futuro dell'AST:

"Il sistema sanitario, fondato sull'articolo 32 della Costituzione, che tutela la salute come diritto fondamentale e garantisce cure gratuite agli indigenti, è ancora sostenibile? Sottofinanziato, devastato dalla carenza di medici e infermieri e alle prese con difficoltà crescenti, nonostante la straordinaria prova data durante la pandemia, l'AST di AP è sull'orlo del collasso."

 

Aumento delle Liste di Attesa e Pronto Soccorso in Crisi

Le liste di attesa per le prestazioni sanitarie sono aumentate a dismisura, rendendo l'accesso alle cure un percorso a ostacoli per molti cittadini. I Pronto Soccorso sono sovraffollati e in condizioni critiche, con un territorio che sembra abbandonato, continua Pelosi:  "Le liste di attesa aumentano in modo insostenibile, i Pronto Soccorso sono al collasso, e il territorio è abbandonato mentre i medici di famiglia diminuiscono costantemente. Questo costringe molti cittadini del Piceno a rivolgersi al privato, che ha già avuto in appalto dal pubblico un numero importante di prestazioni, o a rinunciare alle cure, sia per motivi economici che per l'impossibilità di accedere ai servizi pubblici."

 

L'uso di Contratti di Somministrazione

L'AST di Ascoli Piceno ha recentemente avviato la procedura di affidamento del servizio di somministrazione di lavoro a tempo determinato per infermieri, con un importo considerevole. Pelosi critica aspramente questa scelta, definendola irresponsabile e dannosa per la qualità delle cure: "Come Sindacato, denunciamo con forza l'uso di contratti di somministrazione e la tendenza all'esternalizzazione dei servizi. Questa scelta irresponsabile porterà a turni di lavoro insostenibili per i nostri infermieri, aumentando il rischio di errori clinici e infortuni."

 

Critiche alla Direzione dell'AST

La gestione dell'AST è stata fortemente criticata per la sua incapacità di pianificare e gestire efficacemente le risorse umane e le emergenze. La direzione è accusata di non utilizzare adeguatamente le graduatorie esistenti e di non prevedere le assenze e gli imprevisti, che in un'organizzazione sanitaria sono la norma: "Una direzione valida deve essere in grado di prevedere e affrontare le assenze improvvise, gli infortuni e le aspettative, utilizzando i dati statistici disponibili. In una organizzazione sanitaria gli 'imprevisti' sono la normalità e questa mancanza di gestione è assolutamente inaccettabile e pericolosa."

 

Richieste di Cambiamento

Pelosi conclude con un appello alla classe politica regionale e ai sindaci del Piceno, esortandoli a prendere misure sostenibili per salvaguardare la sanità pubblica e rispettare le esigenze della popolazione. Invoca anche un cambiamento nella direzione dell'AST, evidenziando la necessità di una gestione più efficace e responsabile: "La classe Politica Regionale TUTTA e i Sindaci del Piceno devono adottare soluzioni più sostenibili e rispettose delle esigenze della popolazione, delle professionalità interne e delle risorse pubbliche. È necessario valutare anche un 'cambio della cabina di regia' di questa AST di Ascoli Piceno, che fa acqua da tutte le parti. Altrimenti, sarà l'inizio della fine della sanità pubblica."