Iscriviti alla newsletter

NurSind: ancora un’aggressione contro gli infermieri al Santa Maria della Misericordia

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 22/11/2025

Friuli Venezia GiuliaNurSind dal territorio

Il sindacato denuncia l’ennesimo episodio di violenza in pronto soccorso e chiede misure di sicurezza più incisive per tutelare il personale sanitario.

Udine, 20 novembre 2025 – Un nuovo episodio di violenza ha scosso il pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della Misericordia, dove un uomo di 52 anni, senza fissa dimora, ha aggredito il personale sanitario dopo che i medici avevano disposto le sue dimissioni. L’uomo, che pretendeva il ricovero nonostante l’assenza di motivazioni cliniche, ha inveito contro gli operatori e ha lanciato due bottigliette d’acqua contro un infermiere, colpendolo all’addome.

La situazione è rapidamente degenerata, costringendo i colleghi ad attivare la procedura di emergenza prevista in caso di aggressioni. L’uomo è stato immobilizzato e successivamente arrestato dalla polizia. L’arresto è stato convalidato dal giudice, che ha disposto la custodia cautelare in carcere in attesa del processo fissato per il 5 dicembre.

A intervenire sull’accaduto è stato il segretario territoriale del NurSind, Afrim Caslli, che ha ribadito la gravità di episodi ormai quotidiani:

"Da anni denunciamo il forte aumento delle aggressioni ai danni degli infermieri e di altre figure sanitarie. È indispensabile garantire rispetto e tutela a chi, ogni giorno, lavora con dedizione in contesti ad alta emotività".

Il sindacato sottolinea come la carenza di personale e i turni massacranti aggravino ulteriormente la vulnerabilità degli operatori. Per questo, NurSind ha chiesto alla direzione generale un rafforzamento delle misure di prevenzione, proponendo anche l’introduzione di bodycam per il personale, nel rispetto delle normative sulla privacy.

Un appello che si aggiunge a una lunga serie di richieste rimaste troppo spesso inascoltate, mentre gli infermieri continuano a essere esposti a rischi fisici e psicologici che minano la loro sicurezza e la qualità dell’assistenza.