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Emergenza in rianimazione: l'Oss trottola per supplire alla carenza di infermieri

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 29/11/2024 vai ai commenti

MarcheNurSind dal territorio

 

Ascoli Piceno – La situazione nel reparto di Rianimazione dell'ospedale di Ascoli Piceno, nei giorni 25 e 26 novembre 2024, ha raggiunto livelli di criticità senza precedenti. A lanciare l'allarme è Maurizio Pelosi, segretario territoriale del NurSind, il sindacato degli infermieri, che denuncia con forza le condizioni insostenibili in cui si è trovato il personale sanitario.

"Durante quelle giornate," ha dichiarato Pelosi, "nel reparto di Rianimazione erano ricoverati nove pazienti, ma in servizio c'erano solo tre infermieri. Questo rapporto tra personale e pazienti non solo è una palese violazione dei principi fondamentali di sicurezza e qualità dell'assistenza, ma rappresenta un rischio gravissimo sia per i pazienti sia per gli operatori."

Una risposta che divide: l’introduzione dell’“OSS trottola”

In risposta a questa situazione d'emergenza, l'Azienda Sanitaria Territoriale (AST) di Ascoli Piceno ha deciso di adottare una misura già sperimentata a San Benedetto del Tronto: l'introduzione della figura dell'“OSS trottola”. Si tratta di Operatori Socio-Sanitari provenienti dalla Medicina d'Urgenza del Mazzoni, impiegati su chiamata per svolgere attività secondarie, come il trasporto dei pazienti in radiologia, al blocco operatorio o per richieste al centro trasfusionale.

Pelosi non nasconde il suo scetticismo su questa scelta. "L’idea di trasferire questo modello dalla riviera alla montagna è a dir poco discutibile. Si tratta di una sorta di ‘transumanza organizzativa’ che non risolve le gravi carenze di personale, né infermieristico né OSS. Anzi, aumenta il carico di lavoro per tutti e rischia di peggiorare la situazione complessiva."

Critiche alle soluzioni tampone

La denuncia del NurSind è condivisa anche dall'USB, un'altra sigla sindacale che rappresenta il personale sanitario. Entrambe le organizzazioni ritengono che il modello organizzativo dell’“OSS trottola” non affronti in modo strutturale le problematiche che affliggono i reparti ospedalieri. Al contrario, sottolineano come questa soluzione temporanea non faccia altro che scaricare ulteriori responsabilità su un personale già allo stremo.

"Questa misura," ha aggiunto Pelosi, "non offre alcuna reale prospettiva di miglioramento. Quello che serve è un piano di assunzioni stabile, attingendo dalle graduatorie vigenti, per garantire la sicurezza dei pazienti e migliorare le condizioni lavorative degli operatori sanitari."

Un grido d’allarme per il futuro della sanità locale

La gravità della situazione non può essere ignorata, e la denuncia del NurSind e dell'USB mette in evidenza una crisi che si ripercuote non solo sul personale sanitario, ma sull'intero sistema sanitario locale. "Se non si interviene con misure strutturali," conclude Pelosi, "il rischio è quello di un collasso del servizio, con conseguenze inaccettabili per i pazienti e gli operatori."

In attesa di risposte concrete da parte dell'AST di Ascoli Piceno, la situazione resta tesa, con il personale sanitario che continua a lavorare in condizioni precarie e con un carico di responsabilità che appare sempre più insostenibile.