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Sì al risarcimento morale per infarto da turni stressanti. Storica sentenza Cassazione

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 25/08/2023 vai ai commenti

La SentenzaLeggi e sentenzeProfessione e lavoro

La Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza il 24 agosto 2023 che stabilisce un nuovo precedente legale riguardo al risarcimento morale per i lavoratori che subiscono danni a causa dello stress sul posto di lavoro. In questa decisione, il datore di lavoro è stato condannato a risarcire il lavoratore non solo per le conseguenze fisiche dell'infarto da stress, ma anche per le sofferenze emotive subite dal dipendente a seguito dell'operazione di bypass multipli.

L'ex dipendente, aveva subito una serie di infarti causati da un elevato livello di stress derivante da turni pesanti, carichi di lavoro e orari impossibili. A causa di questi infarti, l’uomo aveva subito tre interventi di bypass e non era più in grado di svolgere qualsiasi attività produttiva.

La Corte ha sottolineato che l'infarto da stress aveva causato non solo danni fisici, ma aveva anche provocato sofferenze emotive, paure e turbamenti nel lavoratore. Ha inoltre rilevato che l'inabilità totale del lavoratore influisce non solo sulla sua vita relazionale ma anche sulla sua sfera interiore, poiché il lavoro è intrinsecamente legato all'identità umana.

La decisione della Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dall'azienda di trasporto pubblico locale e ha accolto il ricorso incidentale dell’ex dipendente. La Corte ha stabilito che il datore di lavoro aveva la responsabilità, in base all'articolo 2087 del Codice Civile, di risarcire il lavoratore per il danno differenziale causato da una malattia professionale, che in questo caso era l'infarto da stress.

Tuttavia, la Corte ha ritenuto che la somma di quasi 149 mila euro liquidata inizialmente non fosse sufficiente a coprire tutte le conseguenze negative dell'evento di danno. In particolare, la Corte ha sottolineato che la componente del danno non patrimoniale, che riguarda la sofferenza emotiva interiore del lavoratore, non era stata adeguatamente considerata. Questa componente include dolore, paura, vergogna e disistima di sé, elementi che vanno oltre gli effetti dell'illecito sulla vita quotidiana del danneggiato.

La Corte ha sottolineato l'importanza di valori costituzionali legati al lavoro e alla dignità personale, evidenziando che l'infarto aveva privato il lavoratore della possibilità di realizzarsi professionalmente e umanamente, oltre a influire sul suo benessere finanziario. L'incapacità del lavoratore di partecipare all'organizzazione economica, sociale e politica del Paese è stata ritenuta un elemento rilevante nella decisione.

In sintesi, la Corte di Cassazione ha stabilito che il datore di lavoro è tenuto a risarcire il lavoratore non solo per il danno fisico subito a causa dell'infarto da stress, ma anche per le sofferenze emotive e la lesione morale. Questa decisione apre la strada a una maggiore considerazione dei danni morali nei casi di stress lavorativo e sottolinea l'importanza di valori costituzionali legati alla dignità personale e al lavoratore.