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Riconoscimento del tumore al seno legato ai turni notturni: procedura per la malattia professionale

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 28/02/2024 vai ai commenti

FormazioneProfessione e lavoro

Siamo lieti di presentarvi "InfermiereNotturno", la vostra risorsa professionale nella sezione formazione, dedicata alla pratica infermieristica notturna. Questa rubrica, che sarà disponibile ogni lunedì, mercoledì e venerdì, fornirà approfondimenti specializzati su aspetti chiave della vostra professione.

 

Nel 2008, l'Agenzia degli Infortuni sul Lavoro danese (Danish National Board of Occupational Injures) ha compiuto un passo significativo riconoscendo e indennizzando 37 lavoratrici affette da tumore al seno, le quali avevano precedentemente svolto lavoro notturno. Uno dei casi pionieristici riguardò una hostess aerea di 55 anni, coinvolta in servizi notturni per oltre 20 anni, la cui neoplasia bilaterale diagnosticata nel 2003 fu ritenuta non attribuibile al patrimonio genetico della stessa, secondo le valutazioni degli oncologi.

Lo scorso anno, in Francia, una decisione senza precedenti ha sollevato l'attenzione pubblica: il lavoro notturno è stato ufficialmente designato come un fattore di rischio per lo sviluppo del tumore al seno. Questo annuncio, ampiamente riportato da diverse fonti giornalistiche francesi, inclusi quotidiani autorevoli come Le Monde, è stato emesso dal conseil médical, l'organo incaricato di valutare il riconoscimento delle malattie professionali nella pubblica amministrazione. Tale riconoscimento è il frutto di una lunga battaglia legale condotta da un'ex infermiera che, impiegata presso l'Hôpital de Sarreguemines per oltre 28 anni, ha trascorso lunghi periodi in servizio notturno nei reparti di ginecologia e cardiologia. La donna, ora in pensione, aveva accumulato 873 turni notturni prima di essere colpita da un tumore al seno poco dopo aver abbandonato tali mansioni. Dopo una strenua lotta legale portata avanti dalla CFDT – Mines de Moselle, uno dei principali sindacati francesi, il suo tumore è stato finalmente riconosciuto come una malattia professionale associata al lavoro notturno.

Attualmente, non esistono dati definitivi riguardo al rischio di cancro correlato all'esposizione cumulativa al lavoro notturno nel corso degli anni. Tuttavia, studi che hanno valutato la durata dell'esposizione a questo tipo di lavoro indicano che un periodo ≥ 20 anni potrebbe comportare un significativo aumento del rischio di cancro. Resta incerto se un'esposizione di durata inferiore escluda un incremento del rischio, poiché la letteratura scientifica presenta lacune in tal senso. È importante sottolineare che il lavoro a turni notturni, di per sé, non costituisce un fattore di rischio per il cancro al seno, ma diventa tale in relazione all'esposizione notturna a luce artificiale, alla soppressione della melatonina, alla disruzione dei ritmi circadiani e alla privazione del sonno.

Gli argomenti a sostegno dell'associazione tra tumore al seno e lavoro notturno si basano su due considerazioni principali: primo, numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato tale associazione; secondo, esiste un plausibile collegamento patogenetico tra il cancro al seno e la disruzione dei ritmi circadiani.

In Italia, le malattie professionali possono rientrare sia nelle categorie esplicitamente elencate dalla legge sia in quelle di origine professionale non specificamente tabellate. Attualmente, il lavoro notturno non è incluso nell'elenco delle cause di malattia professionale in virtù del meccanismo patogenetico centrato sulla disruzione dei ritmi circadiani. Pertanto, la malattia al seno nelle lavoratrici notturne viene classificata come una malattia professionale non tabellata, e spetta al lavoratore dimostrarne l'origine professionale.

Per ottenere il riconoscimento di una malattia professionale, la lavoratrice deve presentare:

  1. Evidenza dell'esposizione al rischio, inclusi dettagli sulle mansioni svolte, le condizioni lavorative e la durata e l'intensità dell'esposizione.
  2. Una certificazione medica che attesti l'esistenza della malattia.
  3. Un'indicazione iniziale della presunta origine professionale della malattia nel primo certificato medico.
  4. Una valutazione dell'origine professionale della malattia da parte di un medico-legale.

La denuncia di una malattia professionale deve essere presentata dal lavoratore al datore di lavoro entro 15 giorni dalla manifestazione della malattia, pena la decadenza del diritto all'indennizzo per il periodo precedente la denuncia. In tal senso, il medico del lavoro gioca un ruolo fondamentale nel supportare la richiesta della lavoratrice, facendo riferimento alla classificazione della IARC e alle caratteristiche specifiche dell'esposizione al lavoro notturno.

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